Il più famoso reggimento dell'ultima guerra fu "il grande uno rosso" dove militò Sam Fueller che poi realizzò l'omonimo capolavoro. Analogamente nell'esercito americano ottocentesco il più famoso reggimento fu il 7° cavalleggeri del generale Custer le cui imprese, inizialmente descritte da racconti di appendice, ispirarono numerosi film ; ma fu John Ford ad intuire quali enorme riserva di situazioni accattivanti potevano scaturire dalle storie dei reparti a cavallo, tanto da creare un vero e proprio filone nell' ambito del cinema western. Numerosi registi successivi lo imitarono.
Dopo dieci anni e tanti altri film di genere diverso Ford torna ad omaggiare la cavalleria realizzando un capolavoro a sè stante, lontano dagli schemi della trilogia, più "moderno" oserei dire.
Inizia la revisione post sessantottina e la storia del 7° viene descritta per ciò che era realmente : un'accozzaglia di brutali avventurieri guidati da un fanatico ambizioso.
Solo la prima parte si svolge tra i reparti di cavalleria ma lo cito perché mi sembra che sia l'ultimo film in cui essi abbiano una presenza significativa; il ricco filone si è esaurito.
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