Con Michel Piccoli, Miou-Miou, Michel Duchaussoy, Dominique Blanc, Harriet Walter
Un Louis Malle cechoviano con un Michel Piccoli da applausi a scena aperta, un coro di attori formidabili e una sceneggiatura che oscilla fra realismo e surreale, grottesco e pamphlet. Uno degli ultimi colpi di coda della nouvelle vague.
Mathieu Kassovitz fa il suo ingresso nel cinema dalla porta principale con un film che racconta di chi entra nella vita dalla porta di servizio. L’emarginazione di tre figli d’immigrati (un ebreo, un musulmano e un nero) in una banlieu infuocata e in una Parigi-bene che li sfrutta per alimentare il proprio lato oscuro ma li respinge. Un bianco e nero perfetto, un ritmo incalzante, un finale sconvolgente. Peccato che sia rimasto un caso isolato nella carriera del regista transalpino.
Jean Pierre Melville, assoluto campione del genere noir, ci regala un film notturno sulla religione con un prete che ha la faccia da schiaffi di Jean Paul Belmondo e una Emanuelle Riva che si pone domande sull’esistenza di Dio e sull’efficacia della religione. Ma invece dell’amore trascendente troverà l’amore più terreno per il giovane prete. Dialoghi strepitosi, come Bresson, meglio di Bresson.
Con Pierre Arditi, Sabine Azéma, André Dussolier, Agnès Jaoui, Jean-Pierre Bacri
Alain Resnais porta al cinema una splendida sceneggiatura di Agnes Jaoui e attori strepitosi in una commedia leggera in cui gli interventi cantati non sono mai stranianti ma alleggeriscono ulteriormente. Sicuramente il capolavoro della sua ultima fase.
L’amore è chiudere gli occhi e affidarsi all’altro ciecamente. Daniel Auteuil e Vanessa Paradis li trovi sul vocabolario alla voce fascino in una commedia di Patrice Leconte che più elegante non si può.
Con Jean-Pierre Bacri, Agnès Jaoui, Anne Alvaro, Alain Chabat, Brigitte Catillon
Agnes Jaoui sa addentrarsi nei meandri dell’animo umano come nessun altro al mondo. Con il suo primo film da regista fa subito centro ponendo una domanda non banale: quanto i nostri gusti e i nostri canoni estetici condizionano le nostre relazioni interpersonali? Peccato che dopo l’altro bellissimo film Così fan tutti i nostri produttori abbiano deciso di non distribuire il suo Parlez-moi de la pluie. Un segno dei tempi (cupi).
Con Vincent Lindon, Firat Ayverdi, Audrey Dana, Derya Ayverdi, Olivier Rabourdin
C’è chi per raggiungere l’amata è disposto ad attraversare la Manica a nuoto e chi, invece, non attraversa nemmeno la strada per salvare un matrimonio. Welcome è un film sullo scarto fra gli slanci della giovinezza e i compromessi della maturità, fra chi crede nel futuro e chi rimugina sul passato. Ma è anche un film sulla paternità. Con un Vincent Lindon malinconico e commovente.
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