Giù le mani dalla mia personale e dunque opinabilissima classifica che - è bene premetterlo - non è soltanto frutto di criteri estetici ma mette sull'altro piatto della bilancia la resa emotiva del film. La testa e lo stomaco nel cinema, come nella vita.
Con Mauro Cordella, Fabrizio Nicastro, Giuseppe Sanna, Lalli, Gino Lana, Stefano Cassetti
Una storia di ragazzi nelle periferie della vita. Un film che chiude lo stomaco e incanta allo stesso tempo. Daniele Gaglianone, il più sottovalutato regista di casa nostra, regala un'opera intensa con una capacità di sintesi dei mestieri del cinema (montaggio, sonoro, musica e fotografia) che pare troppo avanti coi tempi per essere capita. Fra dieci anni sarà riconosciuto come un capolavoro.
Con Matthew McConaughey, John Turturro, Alan Arkin, Clea DuVall
Da una laureata in filosofia allieva di un mostro sacro come Robert Wise un film che insegue i destini incrociati e l'imponderabilità delle scelte di un gruppo di personaggi incarnati da un gruppo di attori in stato di grazia da Alan Arkin a Clea Duvall, da Matthew McCounaghey a John Turturro. Un film dal sapore libresco che parla di solitudine e ricerca della felicità con profonda leggerezza.
Con Sol Kyung-gu, Moon So-ri, Ahn Nae-sang, Ryoo Seung-wan
Lee Chang Dong riesce a scovare la bellezza in quei luoghi in cui non vogliamo guardare per non stare male, quelli che la società (e il cinema) nasconde o ammanta di pietismo. Ma dalla sofferenza del reale germogliano i fiori del sogno e dell'immaginazione. E - citando la log line per una volta ben calibrata - l'amore è sempre una follia.
Con Diego Luna, Gael García Bernal, Maribel Verdú, Diana Bracho
Due adolescenti cazzari e in piena tempesta ormonale in viaggio con la sensualissima cugina di uno dei due. Uno straordinario road movie messicano verso una meta che (forse) non esiste. Bildungsroman brulicante di erotismo, con paesaggi (umani e non umani) di accecante bellezza. E la firma di Alfonso Cuaron, regista che da solo vale quattro Inarritu pur potendo contare su un quarto della fama del connazionale.
Con Kang-ho Song, Kim Sang-kyung, Kim Roeha, Song Jae-ho
Chi l'ha detto che bisogna sempre trovare il serial killer? Dalla Corea del Sud un thriller spiazzante che lascia gli spettatori con la stessa faccia del protagonista nell'epilogo.
Con Michel Piccoli, Miou-Miou, Michel Duchaussoy, Dominique Blanc, Harriet Walter
Un Louis Malle cechoviano con un Michel Piccoli da applausi a scena aperta, un coro di attori formidabili e una sceneggiatura che oscilla fra realismo e surreale, grottesco e pamphlet. Uno degli ultimi colpi di coda della nouvelle vague.
Con Takeshi Kitano, Kayoko Kishimoto, Ren Osugi, Susumu Terajiama
Takeshi Kitano (ci) insegna come l'amore sia un fuoco d'artificio da offrire all'oggetto del medesimo. E lo fa con questo oggetto non identificato (metà melodramma e metà thriller) contraddistinto dalla sua impenetrabile maschera e dai suoi quadri. Una volta tanto un Leone d'oro sacrosanto.
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