Otto film d'autore (ho updatato la playlist in data 11/11/2014 con l'inserimento di altri tre titoli recenti) che hanno scelto coraggiosamente di far approdare nel circuito distributivo cosiddetto "normale" sequenze decisamente hardcore (pornografiche, per intenderci). Autentica libertà espositiva o solo una modalità per far parlare di sè? La scelta spetta a chi legge (e ha visto...)...
Con Caroline Ducey, Sagamore Stévenin, Rocco Siffredi, François Berléand
Film che ha fatto parlare di sè per le numerose sequenze di sesso esplicito e le riprese dal vero di una visita ginecologica e di un parto. Uno dei pochissimi film non porno con protagonista il superdotato Rocco Siffredi (come non ricordare anche l'eroico "Amore estremo", del 2001, di Maria Martinelli, altrettanto esplicito?). Catherine Breillat racconta con crudo realismo il disagio di Maria, la protagonista, che si vede negare l'amore fisico dal proprio compagno Paul e le sue esperienze alternative per colmare il vuoto. Espressivo e dolente.
Con Brenda Angulo, David Bornstien, Marcos Hernández, Diego Martínez Vignatti
In una Città del Messico caotica e alienante l'amore impossibile tra un vecchio autista e la figlia del suo capo, giovane e bella prostituta. La pura e programmata voglia di provocare (il film inizia con una lunga fellatio e non manca una lunga scena di sesso del protagonista con la moglie obesa), fa perdere al regista il controllo della storia.
Con Raffaëla Anderson, Karen Lancaume, Delphine MacCarthy, Lisa Marshall
Diretto da due donne, una delle quali autrice del romanzo da cui è tratto, e interpretato da veri attori hard-core (difficilmente dei non professionisti del settore si sarebbero spinti così in là), è una sorta di “Thelma & Louise” in versione hard, ma algido e poco ispirato. Il titolo, che stranamente non è stato tradotto, significa "Scopami".
Con James Ransone, Tiffany Limos, Stephen Jasso, James Bullard, Amanda Plummer
Il regista racconta la vita quotidiana di un gruppo di adolescenti nella provincia americana, ed è una realtà inquetante: uno ha un padre violento e sempre ubriaco, un altro uccide i nonni che accusa di essere invadenti, un altro ha una relazione esclusivamente sessuale con la mamma della sua ragazza… Klark è un regista non convenzionale, ha uno stile tagliente, non censura. La scena finale (bellissima) però apre con dolcezza alla speranza.
La studentessa Adèle incrocia per le strade della città una ragzza dai capelli blu, che rincontra in un bar gay. S'innamorano, ma le cose non sono così facili... Un film di grande presa emotiva e spessore artistico (palma d'oro a Cannes), dallo stile asciutto e rigoroso, che però ha fatto non poco discutere per le scene di sesso esplicito completamente al femminile (una in particolare, di oltre dieci minuti d'orologio), decisamente "nude e crude" e senza alcun commento musicale. Le stesse attrici protagoniste, in particolare la Seydoux, hanno lamentato un'eccessiva morbosità da parte del regista, che gliele ha fatte ripetere a lungo e più volte.
Con Pierre Deladonchamps, Christophe Paou, Patrick Dassumçao, Jérôme Chappatte
Una spiaggia per nudisti frequentata da omosessuali e una boscaglia circoscante, ideale per i loro incontri di solo sesso, rappresentano lo scenario dove avviene un omicidio. "Lo sconosciuto del lago", clamoroso riscontro ai botteghini d'Oltralpe, film amatissimo dalla critica internazionale (la trama è quella di un bel noir dall'ambientazione claustrofobicamente originale) e vincitore di Un Certain régard a Cannes, è senz'altro un film spiazzante e clamoroso. Se non altro per le continue e insistite scene di nudo maschile (ma anche per gli atti sessuali ripresi nel dettaglio, dove però pare che il bel protagonista Pierre Deladonchamps sia ricorso alle controfigure). Si temevano censure nella distribuzione italiana, ma Teodora ha avuto il coraggio di distribuire la versione integrale. Ovviamente con vietatura ai minori di diciotto anni.
Quanti fiumi d'inchiostro si sono spesi per questo "esperimento" del controverso Lars Von Trier... D'altronde Von Trier è nato per provocare. Durata fiume di 240 minuti (diviso in due parti, volume 1 e volume 2) ma esiste anche una versone più estesa pare ancora più audace di quella "ridotta" che è stata distribuita anche nelle sale italiane, peraltro con discreto successo al botteghino. Che dire? E' la lunga narrazione di una ninfomane (la "coraggiosa" Stacy Martin da giovane, Charlotte Gainsbourg poi) ad un anziano dei vari episodi della sua vita (il film è appunto diviso in capitoli). Le scene hard sono molteplici e di tutti i tipi (c'è anche una carrellata di peni in primo piano), la prima parte è più esplicita della seconda.
Lo Shortbus è un locale di New York dove s'intrecciano le storie di alcuni personaggi; un luogo di ritrovo di variegata umanità. Il regista racconta le loro paure, i disagi, le relazioni, e soprattutto la ricerca della libertà. Film esplicito e coraggioso (non manca una scena di autofellatio, che potrebbe stare tranquillamente su Youporn...), ma anche poetico e intenso.
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