Genova............è da un po' che mi frulla in testa una play sulla mia città, solo che non sapevo che taglio darle. Qui all'ombra della lanterna, nella patria del mugugno, spesso ci sentiamo ai margini, ignorati, e ce ne risentiamo, altrimenti che mugugnoni saremmo? Pensiamo alle glorie passate (La Superba, la Repubblica Marinara dei grandi Dogi genovesi, il famigerato triangolo industriale con Milano e Torino, la Medaglia d'oro al Valor Militare del 1° Agosto 1947 per la Resistenza, poi ci sarebbe pure Cristoforo Colombo ma personalmente avrei tanto preferito non fosse finito in America, vabbè, lasciamo perdere.......) e nel presente vediamo frotte di turisti che arrivano qui per cosa? Per l'acquario!!!!!!!!!!!................E tutti noi che vediamo Genova bellissima inorridiamo di fronte a tutto ciò. Genova è come noi, è mugugnona, con il grugno, un bel muro davanti a tutto, e poi, scava scava e scopri che può anche essere calda, e se ti prende non ti lascia più (Già Paolo Conte diceva qualcosa del genere nella sua "Genova per noi"). Così ho elencato alcuni film cercando di ricordare (alcuni li ho visti davvero molto tempo fa) cosa mostrano di Genova. Non sono necessariamente grandi film, sono solo immagini di Genova su celluloide. Ne mancano alcuni famosissimi, semplicemente perchè non li ho mai visti (o magari ora non li ricordo), ma prima o poi si rimedia pure a questo. I film sono elencati in semplice ordine alfabetico. ------------------------------------------------------------------------
Dai primi commenti realizzo che il vero fine di questa play è di conoscere l'immagine che i non genovesi si sono fatti di Genova proprio attraverso i film che vi sono ambientati. La cosa era rimasta un po' inconscia in me finora.
La Genova che combatteva i nazifascisti dall’interno delle sue fabbriche, boicottandone lo sfruttamento da parte dei nazisti per costruire i loro armamenti. E’ nella Valpolcevera che pulsava il nostro cuore industriale, in grandi capannoni sovrastati dalle campagne. Oggi in quei capannoni ci danno lavoro le grandi catene dell’arredamento, dell’elettronica e del fai da te, ma le campagne ancora resistono….chissà fino a quando.
Come film non vale moltissimo secondo me, ma è molto reale nel restituire i suoni e le atmosfere del nostro famigerato (nel bene e nel male) centro storico, la città piena di scooter, i viaggi in treno verso e dalla riviera. Una delle facce della Genova di oggi. Come ho già scritto altrove, Winterbottom ha girato uno spot pubblicitario più che un film.
Ecco una Genova di oggi, in cui la buona sorte abbandona alcuni e li consegna a nuove realtà. La città si è prestata bene a questo scenario di decadimento, di glorie passate e nuove povertà. Però anche ad un po’ di speranza, altrimenti sarebbe una città catastrofe.
Con Gianmarco Tognazzi, Massimo Ghini, Giulio Buccolieri, Elvira Giannini, Anna Galiena
Genova, anche per la sua matrice operaia, fu negli anni ’70 uno dei fulcri del terrorismo rosso. Ogni zona della città è stata teatro di rapimenti, gambizzamenti ed omicidi. Erano gli ultimi anni in cui il proletariato aveva ancora una coscienza di classe, e non erano pochi coloro che, seppur non avendo il coraggio di scelte così radicali, appoggiavano più o meno velatamente il braccio armato dell’estrema sinistra con la famigerata asserzione “Ne con lo stato, ne con le BR”. Il 24 gennaio del 1979 cambiò tutto, e le BR iniziarono la propria autodistruzione uccidendo Guido Rossa, operaio e sindacalista dell’Italsider, che aveva denunciato un collega che volantinava in fabbrica proprio materiale delle Brigate Rosse. Cinematograficamente non è una gran opera il resta il valore storico, e per noi quelle strade, quel sangue e quei giorni sono ancora brividi tremendi lungo la schiena.
Ancora i carruggi della lanterna, ma questa volta siamo ai margini della società, in quel mondo che De Andrè ha cantato mille volte. Una volta erano prostitute e gabibbi (meridionali), ora sono anche extracomunitari e transessuali. E’ il nostro centro storico più buio, ma anch’esso molto vero, perché quelle facce e quelle storie ci sono ancora, e le possiamo ritrovare all’angolo di ogni vicolo.
Un grande film che mostra alcune parti Genova che non ci sono più. Avevo circa 8 anni e con mio padre guardavo le ruspe ed i bulldozer che stavano aprendo nel cuore del centro cittadino una delle ferite più grosse, la distruzione di Via Madre di Dio. Era una zona storica, una lunga strada (con tutto un quartiere attorno) che collegava il centro con la zona portuale finendo praticament davanti alle Mura di Malapaga. Oggi al suo posto abbiamo un osceno centro direzionale, i cui giardini sono talmente belli da essere comunemente chiamati “Giardini di plastica”!!!! Il film di Clement si svolge in varie zone a ridosso del porto, dove appunto resistono ancora dei pezzi delle Mura di Malapaga che raggiungevano l’omonimo “Casone di Malapaga” prigione in cui venivano rinchiusi i debitori inadempienti. Oltre alla zona di Via Madre di Dio, ci siamo pure persi un antichissimo convento in Piazza Sarzano, ancora esistente all’epoca del film.
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