Unità minime del linguaggio filmico o porzioni discorsive di più ampia portata, le inquadrature cinematografiche non sono solo frammenti di racconto asserviti alla logica narrativa, ma, sovente, si trasformano in luoghi nei quale si accumulano segni, tensioni e ossessioni dell'autore. Ecco sette film nei quali la messa in quadro enuncia apertamente la concezione cinematografica che la anima e la sorregge. Inquadrature rivelatorie.
Con Rock Hudson, Salome Jens, John Randolph, Jeff Corey, Murray Hamilton
Convesse, oblique e profondamente distorte, le inquadrature di Seconds tramutano il sogno di rifarsi una vita in incubo opprimente. Frankenheimer: l'inquadratura angosciante.
Imbufalite, perforanti e metallicamente assordanti, le inquadrature di The Driller Killer traducono la crisi creativa del protagonista in furia distruttiva. Ferrara: l'inquadratura iconoclasta.
Con William Petersen, Tom Noonan, Brian Cox, Kim Greist, Dennis Farina, Joan Allen
Traslucide, stirate fino al punto di lacerazione, le inquadrature di Manhunter ribollono di superfici che rispecchiano tangibilmente l'alter ego dell'ex detective Graham. Mann: l'inquadratura-sfida.
Con Emmanuel Schotté, Severine Caneele, Philippe Tullier, Ginette Allegre
Viscerali e sontuosamente regressive, le inquadrature dell'Umanità non intendono riflettere alcunché, colme della loro cristallina opacità. Dumont: l'inquadratura irrazionale.
Inopinate, accidentali e cardiache, le inquadrature dell'Intrus promanano da un luogo intimamente ignoto: quell'altro da sé che dimora dentro di noi. Denis: l'inquadratura straniera a se stessa.
Ferme, ossessivamente invadenti e gelidamente indiscrete, le inquadrature di Caché spiano la violenza che alligna tra le mura domestiche. Haneke: l'inquadratura responsabile.
Con Edgar Ramirez, Christoph Bach, Ahmad Kaabour, Nora von Waldstätten , Alexander Scheer
Tag Biografico, Maschile, Potere, Crimini, Varie, Vari
Vorticanti, esplosive e irriducibilmente rivoltose, le inquadrature di Carlos affermano ininterrottamente una sola idea: dove c'è libertà c'è cinema. Assayas: l'inquadratura libera.
Bella play anche per me. Mi viene in mente "Mr. Arkadin - Rapporto confidenziale" di Orson Welles in cui Welles fece un uso massiccio di distorsioni ed inquadrature alterate per calcare il suo personaggio fuori dai canoni. L'inquadratura deformante?
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Sempre interessanti i tuoi scritti, sempre sapienti. Sempre grato.
Splendida play, senza parole. :)
Mi associo ai complimenti e mi auguro di rileggerti presto.
Bella play anche per me. Mi viene in mente "Mr. Arkadin - Rapporto confidenziale" di Orson Welles in cui Welles fece un uso massiccio di distorsioni ed inquadrature alterate per calcare il suo personaggio fuori dai canoni. L'inquadratura deformante?
Grazie a tutti dei lusinghieri commenti e dell'indovinata aggiunta wellesiana.
Commenta