Bordella
- Grottesco
- Italia
- durata 100'
Regia di Pupi Avati
Con Gigi Proietti, Christian De Sica, Al Lettieri, Vincent Gardenia, Gianni Cavina
Il 26 ottobre 2006, è stato riaperto al Pubblico uno degli edifici più noti dell’antica Pompei. Trattasi del Lupanare, il quale dopo un duro lavoro di restauro ha ritrovato il suo antico splendore.
Il restauro è stato realizzato dalla Soprintendenza Archeologica di Pompei con fondi erogati dalla Banca San Paolo di Torino nell’ambito del Progetto “Attice”. Va ricordato che l’ultimo tentativo di Restauro risale a circa cinquantasette anni fa e precisamente nel 1949, quando gli archeologici tentarono di riportare in luce l’antico edificio, del tutto rovinato dagli eventi della Seconda Guerra Mondiale.
L’antico bordello, attira attualmente l’attenzione di molti curiosi e visitatori, i quali vengono a diretta conoscenza della vita erotica che nobili patrizi e non, giovani ed anche non giovani conducevano nel corso dell’epoca romana, nell’antica <<civitas Pompeia>>. Secondo studi approfonditi, la clientela era in verità di bassa estrazione sociale, costituita cioè da liberti, schiavi, mercanti occasionali, etc. Tra i tanti luoghi d’interesse che costituivano dunque lo svago giornaliero della cittadinanza, non spiccavano solo la Palestra, il Teatro o le Terme, ma acquistavano un enorme rilievo i luoghi in cui gli uomini potevano abbandonarsi completamente al piacere dei sensi: i lupanari.
Del lupanare pompeiano sono stati ristrutturati i complessi architettonici e gli apparati decorativi. Esso era il luogo della perdizione, del piacere erotico trasgressivo, era una vera e propria casa di appuntamento, quella che noi oggi chiamiamo comunemente “Case a Luci Rosse”. Infatti il termine lupanare deriva da “lupa” che in latino significa prostituta. Questo edificio all’epoca poteva essere o di piccola dimensione, (una sola stanza, spesso posta al piano superiore di una bottega o situata all’interno di una taverna), oppure di vasta dimensione, con dieci stanze buie pianificate su due piani (cinque al piano inferiore e cinque al piano superiore, dove ogni prostituta riceveva i propri clienti), con tre entrate, con un’osteria all’interno, una latrina e i letti in muratura coperti dal materasso.
Le pareti dell’edificio (erano e) sono coperte da pitture erotiche, decorazioni e dipinti, raffiguranti varie posizioni sessuali e diverse prestazioni erotiche, che stando ad alcune interpretazioni (specie le decorazioni più osé poste agli ingressi delle camere) erano una specie di catalogo, ossia erano possibili prestazioni che le prostitute potevano offrire, dietro modico pagamento al proprio cliente, qual’ora questi le avesse richieste. Anzi la numerosa presenza di affreschi e quadretti sessuali ispirati alla sfera quotidiana della bassa società testimoniano come gli uomini amavano vantarsi delle proprie imprese erotiche e come le giovani fanciulle amavano mostrare la loro professionalità, la loro bravura, le proprie qualità e le proprie doti amatorie. I Pompeiani ci tenevano infatti a ostentare la propria virilità nell’atto in cui si abbandonavano al godimento <<dell’istinto amatorio>>.
Va’ sottolineato che questo eccessivo realismo delle scene erotiche, per quanto risulta essere ambiguo, curioso e allo stesso tempo un po’ scandaloso, è raffigurato non solo nei lupanari, ma anche nei mosaici, pavimentazioni, oggetti e dipinti delle abitazioni private, ciò fa capire come l’eros era parte vitale nella società romana e pompeiana del I sec d. C.
DATE LE ATTITUDINI DEL NOSTRO PREMIER CI ASPETTIAMO TUTTI UNA LEGGE SPECIALE A FAVORE DELA CASA IN QUESTIONE
Regia di Pupi Avati
Con Gigi Proietti, Christian De Sica, Al Lettieri, Vincent Gardenia, Gianni Cavina
Regia di Tinto Brass
Con Claudia Koll, Paolo Lanza, Ornella Marcucci, Franco Branciaroli
Regia di Tinto Brass
Con Debora Caprioglio, Stéphane Ferrara, Martine Brochard, Valentine Demy
Regia di Tinto Brass
Con Helmut Berger, Ingrid Thulin, Teresa Ann Savoy, John Steiner
Regia di Lina Wertmüller
Con Giancarlo Giannini, Mariangela Melato, Lina Polito, Eros Pagni, Pina Cei, Elena Fiore
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