L'Italia è un paese strano, ci scanniamo ancora per difendere una ormai desueta identità regionale e se viviamo al Nord guardiamo male quelli del Sud, mentre se viviamo al Sud non sopportiamo quelli del Nord (e quelli del centro poverelli?). Guerra tra poveri, tra terroni e polentoni, che poi mica sono così diversi, anzi, sono fin troppo uguali, a volte è quasi difficile distinguerli (ma non ditelo alla Lega, altrimenti s'incazza). E sui contrasti Nord-Sud si è sempre speculato moltissimo, anche al cinema, spesso però con punte di divertimento non indifferenti, e così, l'idea di questa playlist mi è venuta diciamo ieri sera, dopo un pomeriggio, un pomeriggio d'ottobre milanese, in cui per quasi due ore ho riso (sì, lo ammetto, ho riso) nel vedere "Benvenuti al Sud", e allora et voilà ecco la playlist: Nord contro Sud secondo il cinema nostrano. (P.s: è curioso, molto curioso, il cinema italiano ha da ormai ottant'anni e passa la propria sede creativa a Roma, ma Roma non è né al Nord né al Sud, e allora, come la mettiamo?).
I milanesi non ci fanno proprio una bella figura (sui napoletani conservano gli stereotipi più biechi e volgari), epperò nemmeno i napoletani inizialmente si fanno ben volere, poi però si adeguano, e pace fatta. Da entrambe le fazioni.
Con Ugo Tognazzi, Ornella Muti, Michele Placido, Vincenzo Crocitti
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Mettersi in casa una del Sud e oltretutto di trent'anni più giovane? Errore, fatale errore. Poi magari questa spacca col primo carabiniere meridionale che gli capita sotto tiro, e tu, fai la figura del pirla. Pirla!
Serio, serissimo. Un capolavoro come non se ne sono più visti: capisco che inserirlo in questa playlist potrebbe risultare troppo azzardato, ma tant'è, non poteva mancare.
Con Ugo Tognazzi, Carlo Campanini, Nino Taranto, Dolores Palumbo, Enrico Viarisio, Eva Nova
Costruire fabbriche a Napoli arrivando da Milano? Possibile, come no, basta non farsi fregare dal classico intuito napoletano (e anche dalla famosa inventiva di quest'ultimi), altrimenti si rischia di finire male, molto male. E' la legge del contrappasso, avrebbe detto Dante.
Non dite che non ve lo ricordate perché non ci credo. Boldi che imita Berlusconi è imperdibile, anche se Silvio non era ancora sceso in politica e via discorrendo, però c'era, con le sue tv e i suoi quiz. E c'erano anche i pugliesi, volenterosi nel voler entrare nella buona aristocrazia lombarda, e c'era anche e soprattutto il grande Giorgio Porcaro, cui Abatantuono dovrebbe accendere un cero ogni sera.
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