Siamo tutti assassini
- Drammatico
- Francia, Italia
- durata 115'
Titolo originale Nous sommes tous des assassins
Regia di André Cayatte
Con Marcel Mouloudji, Raymond Pellegrin, Claude Laydu, Louis Seigner

INGOIANDO L'ULTIMA VOCE
TIRANDO CALCI AL VENTO
VEDEMMO SFUMAR LA LUCE"
Trovo appropriato citare Fabrizio per chiudere la mia "Trilogia dell' orrore" che non è piaciuta a nessuno, ma la mia coscenza mi ha spinto a comporla, e tant'è . In questi giorni ho sentito troppe volte sussurrare (nei più timidi) o urlare (da parte dei più sanguigni) la periodica necessità di ripristinare la pena di morte "in certi casi". Forse chi dice tali mostruosità non ha idea di cosa parla per cui gli suggerisco, prima di riparlarne, di andarsi a rivedere i film sottoelencati. Chissà che non cambi idea vedendo questi "certi casi" . Con ciò chiudo la mia fallimentare trilogia, partita da un "codice etico" in effetti inutile e proseguita con una troppo generalizzata condanna dei "media" . Grazie comunque per averle lette e commentate.
Titolo originale Nous sommes tous des assassins
Regia di André Cayatte
Con Marcel Mouloudji, Raymond Pellegrin, Claude Laydu, Louis Seigner
Titolo originale I Want to Live
Regia di Robert Wise
Con Susan Hayward, Simon Oackland, Virginia Vincent
Titolo originale Paths of Glory
Regia di Stanley Kubrick
Con George Macready, Timothy Carey, Kirk Douglas, Ralph Meeker, Adolphe Menjou
Titolo originale Dekalog, piec
Regia di Krzysztof Kieslowski
Con Miroslaw Baka, Krzysztof Globisz, Jan Tesarz, Artur Barcis, Krystyna Janda
Titolo originale Dead Man Walking
Regia di Tim Robbins
Con Susan Sarandon, Sean Penn, Robert Prosky, Raymond J. Barry, R. Lee Ermey, Lois Smith
Titolo originale The Green Mile
Regia di Frank Darabont
Con Tom Hanks, Michael Clarke Duncan, James Cromwell, David Morse, Doug Hutchison
Titolo originale Salvador (Puig Antich)
Regia di Manuel Huerga
Con Daniel Bruehl, Tristán Ulloa, Leonardo Sbaraglia, Leonor Watling
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Il popolino chiede a gran voce la pena di morte quando si tratta di belle fanciulle vittime di un "bruto". Se la vittima è un barbone, un extracomunitario, o la vecchietta che viene derubata e poi uccisa, allora è diverso.
In questi casi della pena non "frega" niente a nessuno. Che ci vuoi fare, bisognerebbe sempre mettersi a discutere, ma con certe zucche vuote è fiato sprecato...
condivido in toto il pensiero di annamartori
Un signora una volta disse:"sono cristiana e quindi contraria alla pena di morte, ma è stato giusto impiccare Saddam", salvo cambiare idea quando le suggerii che meglio sarebbe stato rinchiuderlo in una stretta cella dalle cui pareti punte acuminate ne avessero tormentate le carni ad ogni movimento e per tutto il resto della vita. _ Una volta buttai nella rumenta una barzelletta che avevo conservato per tanto, dopo aver visto un documentario sulla pena di morte. La barzelletta raccontava di un condannato alla sedia elettrica che grida non appena si siede sulla stessa, vittima dello scherzo di una delle guardie che ci aveva messa una puntina da disegno ghignando soddisfatto di sè. La frase che mi convinse al gesto la pronunciò una signora favorevole all'esecuzione capitale, intervistata sulla pena di morte. Il giornalista le raccontò - mentre noi spettatori ne potevamo vedere la miserabile sepoltura quasi senza nome, visto che era anche nera - di una donna di cui si scoperse poi l'innocenza. La signora ammazzatutti disse più o meno"E allora? Nessun sistema è perfetto" con una tale nonchalance che mi tramortì e mi fece vergognare di aver riso per quella barzelletta. _ Tra i titoli aggiungerei anche "Tre passi dalla sedia elettrica" con Ben Gazzara nel ruolo del condannato e Stuart Whitman in quello della guardia, la suspence consiste nell'attesa dello squillo del telefono. Accoglierà il governatore la sua richiesta di commutazione della pena? _ Non oso neanche pensare come si debba sentire un condannato in attesa, sapendo che "tutti" sono d'accordo (così mi immagino debba sembrare a lui, visto che comunque nessuno farà niente di efficace per salvarlo) sulla sua uccisione. Ricordo una scena del film, in cui Ben Gazzara riceve una bambola da una bambina, come dono di sostegno alla sua causa, e la sua reazione rabbiosa (mi pare che fosse in questo film)... portare un uomo ad odiare perfino il gesto di una bambina che crede di sostenerti, di questo siamo tutti colpevoli innocenti quando muore qualche condannato. _ Anch'io, come già detto da mike patton, capisco l'invocazione della pena di morte solo da parte di un familiare delle vittime o da chi in posizione di essere colpito direttamente dalla morte di un individuo, ma in tali casi spetta agli altri prendersi cura del nostro grado di civiltà. Capisco anche certe frasi dette in momento di sdegno e se anche non si è colpiti direttamente dal delitto da punire. _ Aggiungiamo anche, mi pare non sia stato ancora fatto, "La parola ai giurati". La scena che sento di più, forse quella che mi commuove rispetto al concetto di civiltà, è quella quando alla seconda votazione i voti di innocenza diventano due. Chi si è aggiunto ad Henry Fonda nella pazza idea di indagare meglio alla ricerca del ragionevole dubbio, prolungando un'inutile riunione? "Sono stato io a cambiare idea", dice il 'vecchio'. "Vuole che le dica il perchè? Questo signore era solo contro tutti noi... ora non dice che il ragazzo è innocente, dice solo che non è sicuro. Non è facile sostenere da solo il ridicolo di tutti, trovo che meritava un appoggio e io gliel'ho dato, rispetto i suoi scrupoli". _ Sono anche d'accordo con annamartori, purtroppo l'"insignificanza" della vittima spesso è un altro motivo di biasimo che in molti dovremmo subire. Quante volte mi sono sorpreso colpevole di questa colpa... _ L'argomento non necessariamente deve essere introdotto rispettosamente, sta a chi interviene dimostrarsi capace di riportare l'argomento nei suoi giusti binari, mostrando già così (facile a dirsi) di agire, piuttosto che reagire.
Nel mio precedente intervento mi sono accorto di essere stato fuori argomento, riferendomi alla seconda play della trilogia di panflo.
Riguardo alla pena di morte sono decisamente contrario, non solo perchè la considero una forma di giustizia barbara ed incivile, ma soprattutto perchè non è "dissuasiva", come si può vedere nei paesi che l'adottano. Sarebbe solamente una forma di "vendetta" da parte della societa. Penso piuttosto che il "popolino" (????) o meglio gli italiani vorrebbero che le pene carcerarie inflitte fossero adeguate e soprattutto scontate per tutta la durata. Vedere che assassini, dopo pochissimi anni, vengono liberati, oppure che chi uccide i genitori per godere della eredità, se la veda riassegnare. Questo veramente è insopportabile.
Ringrazio @tutti per gli interessanti commenti e le belle parole ; sono molto contento che , come dice @Maghella, la "trilogia" ( nulla di autoincensante nel termine bensì solamente entità numerica, maghè) ha suscitato simpatici dibattiti, il che è un pò lo scopo di questo sito. Ciao
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