Oggi cade il 47o anniversario della devastante tragedia del Vajont, che nel 1963 causò la morte di circa 2000 persone. Una tragica fatalità? No di certo, come è ormai noto a quelli dotati ancora di memoria. Per tutti gli altri rimane una mezza riga che si può rintracciare su qualche quotidiano il 9 ottobre di ogni anno. Così, invece di imparare dagli errori del passato, si continua a far finta di niente, e ad ogni nuova tragedia ci si scandalizza. Se vogliamo che questo paese cambi, il movimento non deve venire solo dall’alto, dalle istituzioni (altrimenti campa cavallo…), ma può, anzi deve, venire dal “basso”, dalla popolazione. E invece… Partendo dalla questione più direttamente legata alla ricorrenza odierna, quella ambientale, un viaggio fra alcuni comportamenti negativi di (buona? Spero di no...) parte degli italiani (certamente non una nostra esclusiva, ma nei quali, penso, ci distinguiamo parecchio).
Con Michel Serrault, Daniel Auteuil, Laura Morante, Jorge Perrugorría
ANTIAMBIENTALISMO
Non è certo attenta all’ambiente la nostra classe dirigente (e purtroppo non è la sola, Obama insegna, dopo gli spot rientrati sulle energie pulite e l’AV e l’affaire BP), ma è chiaro che una bella mano proviene dalla maggioranza dei nostri concittadini. Anche quando si tratterebbe di semplici gesti, molti pensano bene di fregarsene. Siamo molto indietro nella raccolta differenziata (si grida al miracolo in alcune regioni del nord, dove si attesta attorno al 45%...), e alcune motivazioni arrivate alle mie orecchie sanno di raccapricciante (“tanto gli altri non la fanno”, “finché campo non succederà nulla”, “non ho tempo”). Pur producendo una montagna di rifiuti, nessuno vuole le discariche o impianti di vario tipo, inventandosi malattie più o meno letali (allora nei paesi dove tutto funziona meglio dovrebbero essere morti): così risulta molto salutare dare fuoco ai cassonetti, che, se possibile, peggiora ulteriormente la situazione. Il Vajont non ha insegnato nulla, né agli amministratori locali né ai cittadini: le continue alluvioni che si abbattono sul territorio dopo 2 gocce di pioggia sono il risultato di decenni di abusi edilizi e ignoranza. A Messina un cittadino disse: “sì, è vero, ho costruito la casa sul letto del torrente ma ho avuto l’autorizzazione”. Da brividi! No anche alle energie alternative: molti non vogliono la centrale nucleare, ma pannelli solari, aeromotori o dighe “deturpano il paesaggio” (e poi in casa c’è chi ha un televisore per stanza). Anche chi si proclama “verde” manifesta contro la costruzione di una ferrovia (il sistema di trasporto di gran lunga più ecologico, bicicletta a parte, e sicuro, al pari con l’aereo), mentre le colonne di tir vanno benissimo. Molto meglio usare l’auto, anche per percorrere 200 metri…
RAZZISMO
Un virus ben radicato che dovrebbe essere eliminato da un paese che si vorrebbe definire civile. Eppure l’odio verso le altre razze (se vogliamo proprio usare questo termine), le altre religioni, le altre culture, le altre tradizioni, le altre sessualità, insomma verso qualsiasi cosa sia diversa (e infatti si utilizza sempre il termine “altro”) da ciò che si ritiene “normale” (e quindi superiore) è presente in una larga fetta dei nostri concittadini, anche in alcuni che si professano di mente aperta: per me non cambia nulla se ad essere presi di mira sono i marocchini, gli americani, i cinesi o gli svizzeri. Nel migliore dei casi si alimentano luoghi comuni privi di qualsiasi fondamento ma che contribuiscono comunque a creare una barriera per l’integrazione (spesso non voluta né da una parte né dall’altra): sono ugualmente razzisti gli italiani che non permettono ai musulmani di professare la loro religione ed i musulmani che impediscono agli italiani anche solo di portare una croce. A volte sono piccolezze che però, se non controllate, possono portare a pericolose deviazioni. L’unico odio che personalmente provo è verso i delinquenti di ogni genere, qualsiasi sia la nazionalità.
OMERTA’
Un’altra piaga del nostro paese, segno di inciviltà ed egoismo. Da quella legata ai fatti di mafia che non riusciremo mai a sconfiggere senza un movimento comune delle coscienze, di tutta la popolazione, come auspicava, utopicamente (?), Borsellino (non dovrebbe mai essere lasciato solo chi ha il coraggio di denunciare), a quella legata ai fatti più diffusi, ma non per questo meno gravi (mi colpì l’episodio del tentativo di violenza nei confronti di una donna in piazza Malpighi a Bologna, nel quale solo un tassista le andò in soccorso nell’indifferenza di circa 50 persone presenti). Da soli c’è la paura, è vero (anzi, verissimo), ma l’unione può fare la differenza. E basta a quelle scene di persone che durante un arresto si scagliano contro le forze dell’ordine: anche se si tratta di una minoranza, non sono degne di un paese civile.
TEPPISMO AL VOLANTE
Anche se in (lenta, troppo) diminuzione, ogni anno si contano migliaia di morti e feriti sulle nostre strade: ogni giorno, 600 incidenti, con 13 morti e 850 feriti. Un bilancio da guerra civile, che però passa sotto silenzio (come le morti bianche), tranne durante qualche week-end estivo. E non è difficile supporre che per ogni incidente verificatosi ve ne siano altri x solo sfiorati. Il tutto causato, per molti (inclusi gli organi d’informazione), dall’asfalto viscido, dalla neve, dalla nebbia, dalla pericolosità della tratta, in verità quasi sempre dai conducenti (salvo i casi di guasti tecnici o di grossi smottamenti), spesso stanchi, distratti, ubriachi o drogati, o anche “solo” prepotenti, in ogni caso tutte situazioni se non volute almeno colpose. Ma alla fine, vista la (in)giustizia che regna nel nostro paese, nessuno paga, se non le vittime o i loro parenti.
Con Perry King, Carol Higgins Clark, Annie Girardot, Chris Wiggins
MALEDUCAZIONE
Malcostume multiforme presente un po’ ovunque: si urla o si parla al cellulare in modo disinvolto dove è vietato o dove il buon senso lo sconsiglierebbe, dai treni al cinema. Sarà anche una coincidenza, ma quando ho visto dei film all’estero c’era sempre un silenzio quasi totale: dipenderà dal fatto che altrove, forse, vanno al cinema persone interessate a vedere un film. Ultima caciara in data, la proiezione di “Mangia, prega, ama”: commenti di alcuni esponenti del gruppo: “a me è piaciuto”, “io non ci ho capito nulla”, … Per non parlare del comportamento di alcuni connazionali fuori dai nostri confini, dove spesso ci facciamo riconoscere. Uno dei problemi più diffusi, per mia esperienza personale, è la cucina: non solo si è molto provinciali, ma si critica apertamente pretendendo che nostre specialità, come la pizza o il caffè, siano come in Italia. Gli esempi in realtà sono numerosi eppure si tratterebbe solamente di rispettare gli altri.
“FURBIZIA”
Molti politici sono disonesti (per rimanere nell’ambito dell’educazione, appunto) ma certo molti altri cittadini non sono da meno, anche se spinti sicuramente da necessità ben maggiori. L’evasione fiscale, da sempre uno dei problemi più gravi del nostro paese, è però sicuramente dovuta, principalmente, a persone che non avrebbero certo bisogno di questi stratagemmi (che poi, chissà perché, se la cavano sempre con pene molto “scontate”, come nel recente caso di V. Rossi o di tanti altri furbetti, a cui però vengono attribuiti onori e, perché no, lauree honoris causa), mentre è più facile punire il singolo “signor nessuno” che evade 50 euro… Mentre è più “democratica” la prassi dell’aiutino, della raccomandazione (che elogiamo pure facendone un becero programma tv)
CURIOSITA’ MORBOSA
Fosse solo il GF o gli altri reality… Anche in questo caso la tv non ha fatto altro che sfruttare una peculiarità di una fetta del potenziale pubblico, che ha sempre ben scrutato oltre la serratura delle case dei vicini o partecipato ai “salottini” nei bar o dalle parrucchiere. Negli ultimi anni forse la (legittima o comunque umana) curiosità si è trasformata in morbosità: dagli ascolti record delle trasmissioni che si occupano di cronaca nera (come il recente “Chi l’ha visto?”), sfociati nelle code dotate di macchinette per i bigliettini fuori dai tribunali, alle ormai quotidiane “code per curiosi” che intasano le autostrade provocando incidenti anche sulla seconda carreggiata.
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