Madre e figlio
- Drammatico
- Russia
- durata 67'
Titolo originale Mat' i syn
Regia di Aleksandr Sokurov
Con Gudrun Geyer, Aleksej Ananishnov
L'amore del figlio per la madre per un affresco di struggente poesia.
Quello di Aleksandr Sokurov è un cinema rigoroso, impegnato, spiccatamente d'autore e, in quanto tale, fortemente impregnato della cultura del suo tempo e del suo territorio. La stretta commistione tra immagini e suoni, la presenza in forma simbolica del sacro e un'estetica espressa in forma pittorica, sono le caratteristiche fondamentali di un percorso cinematografico, tanto incline a dar corpo alle più disparate forme di sperimentazioni visive, quanto consapevole della necessità di fornire un contributo di conoscenza attraverso l'analisi storica del suo tempo secondo modalità di forma e di contenuto assolutamente uniche ed originali. Il suo è un cinema che invita lo sguardo ad andare oltre rappresentato e il rappresentabile, a maturare un idea del visibile non semplificata, sottratta dai limiti di ciò che vediamo. Per Sokurov la "natura ci ha dotato della capacità di vedere. Perciò pensiamo che tutto ciò che appartiene al mondo del visibile sia e debba essere immediatamente accessibile, e che godersi questo mondo visibile non esiga alcuno sforzo" (cit."Aleksandr Sokurov. Ellissi di cinema", dal catalogo del Torino Film Festival a cura di Stefano Francia di Celle, Enrico Ghezzi e Alexei Jankowski, 2003, p.237). Il sottintendere la presenza di un qualcosa non subitamente percepibile alla vista, è una modalità d'indagine che in Sukurov si specifica soprattutto nella sua "trilogia del potere" ("Moloch","Toro","Il sole") dove il male viene svuotato di consisteza effettiva per risultare altrettanto efficacemente connotato nella somma algebrica dei suoi aspetti apparentemente insignificanti. Come l'entomologo, Sukurov seziona l'oggetto della sua indagine conferendo la stessa dignità a tutti i fenomeni che concorrono allo sviluppo del divenire storico. Si è accennato che uno dei tratti caratterizzanti il suo cinema è la presenza del divino, cosa che non viene mai palesata attraverso la raffigurazione del sacro o con espliciti riferimenti ad esso ma incarnandola nell'esperienza di vita terrena o nel rapporto simbiotico che si genera tra l'uomo e l'ambiente circostante. In quella relazione tra la corruttibilità dei corpi e la perfettibilità dello spirito che trova il suo più naturale compendio in una suggestione pittorica di grande fascino, tanto che si è portati ad affermare che Sokurov, piuttosto che filmare immagini, dipinge squarci d'esistenza. Questo è probabilmente l'aspetto che più rende tangibile l'ifluenza di Andej Tarkovskij nell'opera di Aleksandr Sokurov, ma se è vero che egli è partito muovendosi nel solco tracciato dal maestro, è altrettanto vero che ha saputo maturare un percorso artistico di tale qualità e specificità stilistica da renderlo, a mio avviso, uno degli autori più importanti del cinema contemporaneo.
Titolo originale Mat' i syn
Regia di Aleksandr Sokurov
Con Gudrun Geyer, Aleksej Ananishnov
L'amore del figlio per la madre per un affresco di struggente poesia.
Titolo originale Molokh
Regia di Aleksandr Sokurov
Con Elena Rufanova, Leonid Mozgovoj, Leonid Sokol, Yelena Spiridonova
La grottesca caricatura dei mostri in un'acutissima analisi sulla "banalità del male".
Titolo originale Telets
Regia di Aleksandr Sokurov
Con Leonid Mozgovoj, Marija Kuznetsova, Sergej Razhuk, Natalja Nikulenko
L'agonia di Lenin per l'inizio di una tirannia senza fine.
Titolo originale Russkij kovceg
Regia di Aleksandr Sokurov
Con Sergej Dontsov, Mariya Kuznetsova, Leonid Mozgovoj, Anna Aleksakhina
Un unico piano sequenza per entrare nel cuore dell'Hermitage di San Pietroburgo. La storia negli occhi.
Titolo originale Otets i syn
Regia di Aleksandr Sokurov
Con Andrei Shchetinin, Aleksei Nejmyshev, Aleksandr Razbash
Un mondo a parte per immobilizzare i corpi in un eterno presente.
Titolo originale Solnze
Regia di Aleksandr Sokurov
Con Issey Ogata, Robert Dawson, Kaori Momoi, Shiro Sano, Shinmei Tsuji
La rinuncia alla disumanità del potere di un Imperatore voglioso di congedarsi dalla storia. Il potere e i potenti messi a nudo davanti alla loro debolezze.
Titolo originale Aleksandra
Regia di Aleksandr Sokurov
Con Galina Vishhnevskaya, Vasily Shetvtsov
La triste abitudine a farsi la guerra indagata con gli occhi compassionevoli di una nonna.
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