Scrive Christian Norberg-Schulz (Genius Loci, Electa, Milano 1979):
“L’uomo abita quando ha la capacità di concretizzare il mondo.”
”L’architettura appartiene alla poesia, suo scopo è aiutare l’uomo ad abitare. Questo significa concretizzare il genius loci: comprendere la vocazione del luogo. Il modo in cui gli esseri umani stanno sulla terra.”
E Hölderlin:
Pieno di merito e tuttavia poeticamente, l’uomo abita questa terra
Abitare oggi un luogo
[Le città sono cambiate: distrutte le coordinate che definivano l'abitare - identificazione con il luogo e orientamento – è difficile orientarsi, poter dire Io abito il luogo quindi abito il mondo. Non resta che affidarsi, solo parzialmente al cielo perché gli 'angeli' delle Elegie Duinesi hanno abbandonato la veduta dall'alto.]
Che la città sia sempre quella, ma che quel tempo sia irrimediabilmente perduto: questo paradosso rende acuto il dolore, ma anche lo sguardo. Così si annebbia la familiarità con le strade e le case attorno, che pur sono quelle di allora; le guardiamo con uno sguardo doppiamente straniero: con lo sguardo del bambino che più non siamo; con lo sguardo del bambino a cui la città ancora non era amica (Peter Szondi)
Non sapersi orientare in una città non vuol dire molto. Ma smarrirsi in essa, come ci si smarrisce in una foresta, è una cosa tutta da imparare. Ché i nomi delle strade devono suonare all’orecchio dell’errabondo come lo scricchiolio di rami secchi, e le viuzze interne gli devono rispecchiare nitidamente, come le gole montane, le ore del giorno. (Walter Benjamin)
Con Armin Müller-Stahl, Brenda Fricker, Paul Scofield, Peter Riegert
Ancora vivono in noi gli stesi angoli bui, i vicoli misteriosi, le finestre cieche, i cortili luridi, le taverne rumorose e le locande reticenti. camminiamo per le strade ampie della città nuova con passi ma (...) Camminiamo come in un sogno e siamo solo dei fantasmi del passato (Franz Kafka)
La poesia non vola alta e non sormonta la terra con lo scopo di sfuggirla e di dominarla. La poesia è colei che per prima porta l'uomo alla terra, rendendolo appartenente ad essa, e così lo induce ad abitare. (Martin Heidegger)
Con Sigalon Sagna, Saly Badji, Binta Cissé, Marie-Christine Dieme
E le cose/ che vivono solo di passaggio comprendono che tu le elogi,/ fuggenti guardano noi, i più fuggenti, per essere soccorse./ Vogliono essere tutte mutate nei nostri cuori invisibili,/ dentro, infinitamente, dentro di noi./Chiunque, alla fine, noi siamo. (Rainer Maria Rilke)
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