L'horror non è il mio genere eppure volente o nolente ho dovuto acquisire qualche nozione sullo stesso, vuoi per gli impulsi ricevuti in questo stimolante sito, vuoi per il fatto che il genere sia uno dei preferiti di mia moglie. Metto a disposizione degli amanti del genere e dei curiosi, qualche notiziuola più o meno interessante e particolare, reperita qui e là.
Mario Bava non è solo il più grande regista italiano di film horror di tutti i tempi, è stato anche un ingegnoso creatore di effetti speciali ma pochi sanno che si vocifera sia il vero papà di un mostro che ha popolato gli incubi (cinematografici e non) di numerosi adolescenti, tal Freddy Krueger. L'omicida protagonista di questa pellicola, infatti, indossa un cappello simile ed ha unghioni che nulla hanno da invidiare al mostro di Craven. Tra l'altro lo stesso Bava, che qui in Italia fu considerato un autore di serie B, in America godette (insieme a Freda) subito di grande stima. Nota al margine, triste pensare che furono gli americani a notare questi grandi registi ed i francesi ad apprezzare Fulci laddove in Italia questi registi passarono inizialmente inosservati.
Film muto (del 1923, quindi non quello del link) con Lon Chaney da molti considerato, giustamente, il più grande attore horror della storia del cinema. Il motivo principale è molto semplice, Chaney aveva un'ossessione quasi maniacale per i ruoli che doveva ricoprire adoperandosi ai limiti del masochismo per assumere fattezze che lo aiutassero ad impersonare questo o quel personaggio e riuscendo, di fatto, a mettere in scena personaggi di potenza espressiva inarrivata. Morì logorato nel fisico, mostrando un'età molto più avanzata di quella reale e finendo, in definitiva, per diventar simile a quelle creauture abnormi cui tanto si era interessato (non solo cinematograficamente) in vita.
Con Michael Brandon, Mimsy Farmer, Jean-Pierre Marielle, Stefano Satta Flores, Bud Spencer
Argento è considerato a torto o ragione uno dei maestri italiani dell'horror. Negli anni si è forse cullato di questo ed ha avuto un calo artistico, secondo altri invece ciò che fece la sua fortuna iniziale furono i comprimari che gli stettero accanto. Sicuramente ispirato da Bava, nei suoi primi film, ha avuto indubbiamente il pregio di essere un perfezionista. In questa pellicola fece sperimentazioni tecniche notevoli e si adoperò ai limiti del maniacale per girare molte sequenze, al punto da mettere una telecamera persino dentro una chitarra; la scena della morte dell'assassina viene girata al rallentatore (per due settimane consecutive) utilizzando una speciale cinepresa affittata in Germania ed adoperata per scopi scientifici (capace di riprendere fino a 6000 fotogrammi al secondo) e sostituendo alle normali lenti un prisma girevole, immergendo poi la pellicola in una soluzione oleosa. Ovviamente questo comportò un utilizzo di numerose bobine in più del normale.
Capolavoro di Aldrich che inaugurò da solo il filone infinito dei "delitti menopausali" caratterizzato da vecchie tardone semipazze e sadiche che abitano case per lo più in rovina. Questo a prescindere dai valori stessi del film che oltre all'ottima regia ha una sceneggiatura impeccabile ed una coppia di attrici in grandissima forma.
Con Totò, Pietro De Vico, Mischa Auer, Edy Biagetti, Ivy Holzer, Alicia Brandet
In streaming su Cine Comico Amazon Channel
L'unico film, per quel che ho capito, che vede Totò alle prese con una parodia del famoso Che fine ha fatto Baby Jane?, il risultato avrà risvolti sicuramente comici ma mostrerà un Totò inedito e feroce che arriva a spezzare a martellate le gambe del fratello. Mario Soldati definirà questo film "un capolavoro del macabro".
Questo film rappresenta una curiosità sicuramente bizzarra. L'orrore c'è ma non si vede ed anzi finisce per essere quasi giustificato dalla tenerezza e dolcezza che il personaggio suscita; un horror soft, dunque, e per questo ancor più inquietnte.
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