...a volte mi domando,ma io sono un uomo libero? E poi mi domando ma cos'e'la liberta'? In molti film storici si combatte,si uccide,si muore per la liberta'.Ancora oggi si muore per la liberta'...e ora mi domando di nuovo ma se io fossi libero ,avro'combattuto per la mia liberta'?Scusate forse posso sembrarvi un po'retorico o imbranato ,ma voi siete liberi? Nel dizionario italiano c'e'seguente spiegazione:( che non è soggetto all'altrui autorità; che può agire senza subire costrizioni morali e materiali).
Esistono due modi di vedere la libertà. Quello puramente soggettivo sul quale si può disquisire all'infinito poiché è intrisecamente legato all'accettazione dei propri limiti (ed è quello che trova posto nei dialoghi di cui parli) e quello oggettivo, legato alle leggi e soggetto alla regola d'oro secondo cui la libertà di un individuo finisce dove inizia quella dell'altro. Ho sperimentato sulla mia pella quanto doloroso sia il paradosso che si genera nel primo caso, si sente di esser liberi perché si capisce fin dove si può arrivare e ci si lascia andare in quello spazio ovvero all'interno della linea oltre la quale inizia proprio la prigionia. Tutto questo, rigorosamente "in my humble opinion".
Giorgio Gaber :La libertà non è star sopra un albero//
non è neanche il volo di un moscone//
la libertà non è uno spazio libero//
libertà è partecipazione.// http://www.youtube.com/watch?v=WYAIgWu_VXI
Secondo me siamo imprigionati da 'catene' più o meno visibili, sicuramente la maggior parte di noi (intesi come popolazione..) non fa quasi nulla per cercare di liberarsi/ci da esse.
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@lampur l'hai detta giusta : "crediamo" di essere liberi.
ciao giusal, bentornato, Paola ex Tiresia (te lo devo dire altrimenti non mi riconosci)
Esistono due modi di vedere la libertà. Quello puramente soggettivo sul quale si può disquisire all'infinito poiché è intrisecamente legato all'accettazione dei propri limiti (ed è quello che trova posto nei dialoghi di cui parli) e quello oggettivo, legato alle leggi e soggetto alla regola d'oro secondo cui la libertà di un individuo finisce dove inizia quella dell'altro. Ho sperimentato sulla mia pella quanto doloroso sia il paradosso che si genera nel primo caso, si sente di esser liberi perché si capisce fin dove si può arrivare e ci si lascia andare in quello spazio ovvero all'interno della linea oltre la quale inizia proprio la prigionia. Tutto questo, rigorosamente "in my humble opinion".
Giorgio Gaber :La libertà non è star sopra un albero//
non è neanche il volo di un moscone//
la libertà non è uno spazio libero//
libertà è partecipazione.//
http://www.youtube.com/watch?v=WYAIgWu_VXI
Secondo me siamo imprigionati da 'catene' più o meno visibili, sicuramente la maggior parte di noi (intesi come popolazione..) non fa quasi nulla per cercare di liberarsi/ci da esse.
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