"Il fascismo è l'autobiografia di una nazione" diceva Carlo Rosselli, volendo con questa sottolineatura entrare in aperta polemica con quanti l'avevano spiegato facendo esclusivamente riferimento alla forza bruta che aveva contraddistinto la presa del potere di Benito Mussolini, senza tenere in dovuto conto quell'insieme di caratteri propri dell'agire umano che nell'Italia di quegli anni fornirono un terreno fertile per l'instaurazione di un siffatto regime dittatoriale. E' da un pò di anni ormai che ho fatto mie le parole del massimo teorico del socialismo liberale in Italia perchè ritengo che non si è mai totalmente al riparo dall'involuzione in senso dittatoriale di un sistema politico e che quanto più un tessuto democratico diventa sonnacchioso tanto più cresce la possibilità che i prodromi che generarono il fascismo possano ripresentarsi. Un antidoto, credo efficace, contro questa sempre possibile evenienza sta nel rinverdire continuamente la nostra memoria storica, non stancarsi mai di approcciare criticamente coi fatti che accompagnano la storia nel suo continuo divenire e, soprattutto direi, rifuggire dall'invalsa abitudine di conferire il crisma dell'ufficialità a una storia scritta dai "vincitori" e pensata solo ed esclusivamente per andare incontro alle scarse pretese di una massa informe. Spesso il cinema ha fatto giustizia della nostra storia "dimenticata", fornendo importanti contributi di verità e adoperandosi in un ruolo civico di primaria importanza : perchè una storia che non racconta tutte le verità fa sempre e solo gli interessi dei più forti. Spesso mi capita di consigliare, insieme a un buon libro, qualche film dal forte impatto civile perchè è indubbio che se un libro offre un impareggiabile occasione di accrescere il proprio senso critico, un buon film ha il pregio di mantenere quelle caratteristiche di maggiore accessibilità ai contenuti e chiarezza espositiva che possono risultare più funzionali allo scopo proposto di offrire un ulteriore strumento di conoscenza. La nostra storia al cinema dunque, per non dimenticare.....
..... la strage di Portella della Ginestra, emblema dei rapporti tra mafia e politica. Quando qualsiasi mezzo viene ritenuto ammissibile pur di garantire la conservazione dello status politico dominante.
Con Silvana Mangano, Frank Wolff, Salvo Randone, Françoise Prevost
..... la natura tirannica del fascismo e la bassezza di uomini che solo trincerandosi dietro l'autorità di un potere dispotico possono nascondere la loro reale meschinità.
Con Ivo Garrani, Mariano Rigillo, Iljia Dzuva-Lekovski, Filippo Scelzo
..... una delle pagine più nere della nostra storia risorgimentale, emblema del fatto che per i meridionali rivoluzione significò restaurazione degli stessi meccanismi di potere sotto altre vesti e unità semplice annessione ad un regno che di loro non conosceva nulla, ne la natura del territorio, ne tantomeno i bisogni primari di una popolazione affamata.
Con Maria De Medeiros, Rosario Sparno, Raffaele Di Florio, Imma Villa, Lucia Ragni
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..... l'esperienza della Repubblica partenopea del 1799, i martiri che Napoli diede alla causa dell'Illuminismo europeo e che le distorsioni sociali di un intera regione possono avere radici molto lontane.
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