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Fogne di una notte di mezza estate
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Fogne di una notte di mezza estate

"Ora l'inverno del nostro travaglio è mutato in splendida estate grazie a questo sole di York; e tutte le nubi che aduggiavano la nostra casa son sepolte nel profondo seno dell'oceano”………

Siamo a Settembre, ma sempre estate è. Piena Estate. E notte, di quelle notti moderne illuminate da flash e neon di ogni tipo…

La deformità di Gloucester ci permette, con cinica arbitrarietà, di piegare l’incipit del Riccardo III a proiezione della nostra condizione, per come, ovunque, la scellerataggine viene convertita tra i riflessi dei lucori pecuniari in virtù democratica del progresso. Il mare della mistificazione, sul quale il dio merce inonda i naufraghi alla mercé di sè.
L’uomo sa di essere brutto, e non si perdona.

(Ma perché citare Shakespeare? Sarà che è tutto un recitare…?).

Se qualcuno mi chiedesse un’immagine dell’orrore attuale, gli direi distrattamente e seccato, di andarsela a pescare in tv,
                             tra i servizi sugli abitini dei cagnolini e i gelati al pistacchio,

                                        le tintarelle piccolo borghesi dei bagnanti neofantozziani,

                           i gendarmi che pigliano a manganellate qualche terremotato e operaio rompipalle (perché gli ordini sono ordini e la pancia ha i suoi imperativi),

                                           lo spettacolo che continua ad ingoiare soldi per rifare gli occhi coi culi e i culi con gli occhi,

                          l’informazione in-formattazione,

i nostri politici di cera a battere sui marciapiedi,

le mode e dio solo sa cos’altro. (ecc......ecc.....ecc..........ecc..........ecc...............ecc..............).

O di guardare, da dentro, una qualche metropoli,   fogne a cielo aperto,       cimiteri della vecchia città tanto quanto             della campagna.

Eppure da tremila metri (come a zero) il pianeta appare splendido, un
Eden non c’è dubbio.
Afflitto dalla presenza degli umani, ormai anche concretamente, coperti di olio putrefatto come fosse triste e malato sperma del loro (ciclico) fottersi.

E’ tutto un sogno. E una fogna.

Nuovo antropocentrismo antropomorfo. Nel Luna Park di colori sgargianti del mondosupermarket.

Fermiamoci qui, tanto è inutile.

[Questo monologhetto non è urlato. Sarebbe patetico. E’ un promemoria scarno, freddo come un’immagine di Kubrick, per rammentarsi costantemente, tra un lecca-lecca e l’altro, della nostra raffinata nefandezza, e, tra una merenda e l’altra, portare un po’ di sana negatività in questo sito balneare.
Del resto Agosto è finito, e Settembre non distrae allo stesso modo].

Potrei citare film più neri, ma non è una play (solo) nera. Ha le sfumature dei brutti sogni.

Playlist film

Videocracy. Basta apparire

  • Documentario
  • Svezia, Danimarca, Gran Bretagna, Finlandia
  • durata 85'

Titolo originale Videocracy

Regia di Erik Gandini

Con Rick Canelli, Marella Giovanelli, Lele Mora, Fabrizio Corona

Videocracy. Basta apparire

In streaming su Google Play Movies

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Gandini non è un’aquila, ma questo modesto e inutile scorcio sul panorama antropologico italiota dice appunto di quanto non vi è nulla da dire e da pensare. [Troppo da fare, in verità].

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Gomorra

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 135'

Regia di Matteo Garrone

Con Toni Servillo, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Salvatore Cantalupo

Gomorra

In streaming su Netflix

vedi tutti

Lo cito come uno dei pochissimi film italiani forti. Le lampade UV (e siamo ancora ai colori sgargianti, il blu elettrico) tanto di moda servono a mascherare (a tradire) l’anemia culturale di un Paese.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

La grande abbuffata

  • Grottesco
  • Francia
  • durata 123'

Titolo originale La grande bouffe

Regia di Marco Ferreri

Con Marcello Mastroianni, Philippe Noiret, Michel Piccoli, Ugo Tognazzi, Andréa Ferréol

La grande abbuffata

In streaming su CG Collection Amazon channel

vedi tutti

Chi non muore di fame, scoppia di cibo. Chi non spera, s’annoia. La morte è un gesto d’indulgenza. Nella decadenza.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Mulholland Drive

  • Noir
  • USA
  • durata 145'

Titolo originale Mulholland Drive

Regia di David Lynch

Con Naomi Watts, Justin Theroux, Ann Miller, Melissa George, Laura Harring, Dan Hedaya

Mulholland Drive

In streaming su Google Play Movies

vedi tutti

La patina del successo sognato, la putrefazione di ciò che accade realmente. Tutto è rovesciabile nel  cromodelirio dell’angoscia.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Il Vangelo secondo Matteo

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 142'

Regia di Pier Paolo Pasolini

Con Enrique Irazoqui, Susanna Pasolini, Settimio Di Porto

Il Vangelo secondo Matteo

In streaming su Pluto TV

vedi tutti

Il figurativo Pasolini per rammentarsi dell’immagine della bellezza, artistica e naturale. Il sacro non è dottrinale, è anteriore, arcaico, primordiale, indistruttibile, ancorché dimenticato.
Attualmente, l’unica, nostra salvezza.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No
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Ultimi commenti

  1. Carica precedenti
  2. red grave
    di red grave

    play cupa e necessaria. che ne pensi di 'the road'?

  3. AIDES
    di AIDES

    Bella citazione panflo.....ho apprezzato molto il tributo estivo del tg2, che ha fatto passare il più ribelle e pericoloso di tutti per un innocuo turista a zonzo per la penisola.....le camminate di Pasolini sono gesti della solitudine e del sentimento, non di "colore" e per la conciliazione. Per la persona, non per il pubblico. Disgustoso.
    Red Grave, da cineschizoide quale sono non l'ho ancora visto, ma se mi dai qualche giorno ne parliamo. Ciao

  4. Daskabinett
    di Daskabinett

    Questo è uno dei mali più grandi: la tivvù è in grado di masticare, digerire e sputare qualsiasi cosa sulle masse, restituendo uno come Pasolini alla stregua di un qualsiasi Davide Mengacci in giro per il Paese.

  5. cantautoredelnulla
    di cantautoredelnulla

    Riesco solo oggi a leggere questa play! Complimenti Aides, veramente bella perché lo sdegno partecipato che la anima mette in luce lo squallore a cui dobbiamo assistere continuamente. Quando dici "Della Legge conosciamo solo la condanna: l’incubo" mi fai tornare in mente il decalogo 5, "Non uccidere", dove il tema centrale verteva sulla pena di morte e sul senso della condanna e della punizione, sul senso del diritto e sul ruolo che lo Stato dovrebbe avere e non quello che spesso si trova a usurpare. Ma evidentemente di politici che si credono Dio ce n'è tanti e ce n'è sempre stati... Mi sono invece perso questo tributo del Tg2 a Pasolini, credo da quello che dite tu e Dask per mia fortuna... Mi viene anche da riflettere sulla considerazione di Red, questa play è cupa... mi viene da dire che questa play è forse cupa quando mette in luce l'assurda omologazione perpetrata dalla maggioranza, ma chiude con un messaggio di speranza (per mezzo di Pasolini), che è fatto di semplicità e della riconquista dei valori atavici che la vita dovrebbe portare con sé, cioè del valore intrinseco di ciò che è vita e non di quello banale/commerciale che sembra avere conquistato la mente umana. Come dici meglio tu, Aides, il sacro è primordiale e indistruttibile.

  6. AIDES
    di AIDES

    Sì, lo spiraglio finale è un elemento chiave per questa play che sa fin troppo di essere inutile, e “fuori luogo”. Per Pasolini il sacro è l'unica cosa che la cultura borghese non potrà mai comprendere e controllare. E' il nucleo puro e misterioso della vita, in antitesi alla razionalizzazione perpetrata dal potere, dai poteri, alle deformità imperanti e opprimenti dei nuovi totalitarismi. Il riferimento al decalogo ci dice del resto che a dominare è l'angoscia. Ciò che tiene in scacco le masse (ma direi l'uomo contemporaneo, che non è esattamente la stessa cosa...) non è solo lo spettacolo e il consumismo, il successo, ma anche e soprattutto, LA PAURA. La vita svuotata di senso fa tremare le gambe. Oggi siamo costretti a chiederci "qual'è il senso della vita"...e se ce lo chiediamo, significa che siamo messi male. La civiltà delle certezze, dell'ordine e del controllo ci ricorda ogni giorno la sua inadeguatezza, i suoi limiti. Anche l'arte e (il cinema) sono decadenti, perché culturali e non naturali. Io non credo più alle prospettive sociali e collettive di salvezza. Bensì, ancora e appena, in quelle individuali. Là dove si "attraversa" la cultura per trovare "altro", innanzitutto.
    Ciao Francesco, è sempre un piacere risentirti.

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