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È morto Alain Corneau
di Utente rimosso (Marcello Del Cam ultimo aggiornamento
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È morto Alain Corneau

La morte di Alain Corneau è passata inosservata su questo sito, la stessa dimenticanza toccò a Jean Delannoy. Non si tratta di registi 'dimenticabili'.

Il commento che segue è preso dal Il Manifesto di ieri.


Era nato il 7 agosto del 1943, formazione da musicista, Alain Corneau è morto lunedì scorso. Al cinema arriva grazie a uno stage sui set di Costa-Gavras del quale diviene assistente nel '70 in La confessione. Lì incontra Yves Montand con cui lavora nel '76, il film è Police Python 357 che dichiara l'ispirazione poliziesca dei suoi esordi. fino a Série noire ('79) coi dialoghi di Georges Perec.
Gli anni Ottanta lo vedono alle prese con progetti più ambiziosi, dirige Philippe Noiret, Gérard Depardieu, Catherine Deneuve in Fort Saganne ('84), all'epoca uno dei film più costosi tra le produzioni d'oltralpe. Compagno di Nadine Trintignant, regista molto vicino agli attori, Corneau si muove nel cinema francese seguendo direzioni inattese rispetto ai suoi percorsi ( (Notturno indiano, '89, da Tabucchi). Il riconoscimento alla sua opera arriva con Tutte le mattine del mondo ('92) con Gérard e Guillaume Depardieu che ha un grande successo di pubblico e vince il César come miglior film.
L'opera letteraria continua a essere la sua fonte privilegiata di ispirazione negli anni '90, quando realizza film ad alto budget, e in seguito, quando ritorna a opere più personali puntando sulle nuove generazioni di attori (Sylvie Testud in Stupeur et tremblements e in Les Mots bleus). L'ultimo film, Crime d'amour, appena uscito in Francia, sarà presentato al prossimo festival di Roma

Playlist film

Lumière et compagnie - Lumière & Company

  • Documentario
  • Francia, Danimarca, Spagna, Svezia
  • durata 88'

Titolo originale Lumière et compagnie

Regia di Theo Angelopoulos, Vicente Aranda, John Boorman, Youssef Chahine, Alain Corneau, Costa-Gavras, Raymond Depardon, Francis Girod, Peter Greenaway, Lasse Hallström , Hugh Hudson, Gaston Kaboré, Abbas Kiarostami, Cédric Klapisch, Andrej Konchalovskij, Spike

Con Merzak Allouache, Jeffe Alperi, Theo Angelopoulos, Romane Bohringer, Michele Carlyle

Lumière et compagnie - Lumière & Company

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Ultimi commenti

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  2. bradipo68
    di bradipo68

    condivido il discorso di fixer ma credo che dovremo rassegnarci:i numeri li fanno le stupide commedie americane,i vampiri da asporto,i cinepanettoni rancidi natalizi.E'il mercato che spinge e del resto credo che qualsiasi attività imprenditoriale ha come primo e ultimo fine sempre il reddito.E il pubblico dei film non di cassetta è sempre in minoranza.Io amo molto il cinema europeo in genere(diciamo che prediligo il cinema non hollywoodiano) e purtroppo bisgona riconoscere che è sempre più difficile difendersi.Per quanto riguarda il problema della lingua non sono molto d'accordo.Noi non è che non studiamo il tedesco o il francese,noi non studiamo lingue straniere,neanche l'inglese.Se sapessimo l'inglese avremmo già risolto pareccchi problemi,ma la realtà è che molti italiani che vanno all'estero fanno come Totò e Peppino che arrivano a Milano.All'estero invece almeno una seconda lingua è conosciuta.Quasi sempre l'inglese per ragioni prettamente economiche....

  3. sasso67
    di sasso67

    Ho visto di recente "Il fascino del delitto" e mi è sembrato piuttosto ben fatto. Anni fa vidi "Notturno indiano" e mi lasciò un'impressione di grande noia. In ogni caso è sempre triste quando una firma della nostra arte se ne va. "Repubblica" ha riportato la notizia tra le brevi.

  4. panflo
    di panflo

    Nessuno ha citato l'ultimo (mi pare) bel film "Le deuxième souffle " rifacimento dell' omonima pellicola di Melville, ma con una maggiore e attualizzata intensità drammatica . Quando lasciai la Francia definitivamente, nel 1958 mi meravigliai perché tutti i film che avevo visto oltralpe li ritrovavo in Italia : Grisbì, Rififi, persino film di serie B con E,Costantine ; inspiegabilmente , dopo dieci anni, arrivavono solamente quelli "di cassetta" ma l'enorme e accattivante produzione francese ci fu sempre più inibita , ostacolata penso dal nuovo "Piano Marshall".

  5. Utente rimosso (Marcello Del Cam
    di Utente rimosso (Marcello Del Cam

    Grazie Panflo, non ho citato anche un altro paio di film perché non li ho visti. La tua informazione mi spinge a reperire "La deuxieme souffle". E' vero, fino agli anni Settanta i film arrivavano regolarmente, grazie alle sale B di seconda visione, ai 'pidocchietti' e alle rassegne dei padri salesiani (già!) si riusciva a vedere molto cinema d'Oltralpe; ricordo le scazzottate di Eddie ostantine-Lemmy Caution, a "Rififi" non mi fecero entrare perché ero piccolo, lo vidi in seguito, arrivavano i Delannpy, Clement, Denys De La Patelliere, Gabriel Albicocco, Claude - Autant Lara, Josè Giovanni, Robert Enrico, Marcel Carnè, Jacques Derain, Jean-Pierre Melville, Georges Lautner,ecc. Arrivavano tutti. Oggi arriva ben poco. Ciao e grazie.

  6. maurri 63
    di maurri 63

    Mi unisco al coro di cordoglio per la dipartita di Alain Corneau. E' difficile fare il regista, figurarsi poi affermarsi. E già questo, per me, è segno di grande rispetto. Voglio solo aggiungere qualche piccolo spunto di riflessione (e perdonatemi se sono in lieve contrasto con alcuni di voi: si tratta solo di opinioni): pur se molto ben fatto, Police Phyton è piuttosto banale, la storia in sè oggi appare datata (quando non inverosimile, si pensi al rapporto tra il commissario ed il suo vice), Fort Saganne è stato uno dei film più costosi della storia del cinema francese - i maligni insinuarono che certi finanziamenti provenivano dall'amicizia "potente" della compagna, Trintignant...-, Notturno indiano un pò narcisista senza vera costruzione di storia. Reso quindi l'omaggio all'uomo ed all'artista, direi che possiamo convenire che sia stato un onesto artigiano (talvolta confuso tra gli "industriali": non è mai stato un"indipendente"!), con la fortuna di avere ottime risorse (anche economiche) a disposizione, come (veramente) pochi registi italiani. Certo, Tutte le mattine del mondo è un capolavoro, e magari basta. Ma stiamo attenti a non idealizzare un medio direttore d'attori. Ps: sulla lingua inglese concordo, ma da qui a dire che la "si studia a scuola" ne corre! Perchè provate un pò a vedere quanti sono davvero gli italiani che la parlano... Ciao a tutti e grazie a Marcello: ti dobbiamo in ogni caso ringraziare perchè di Corneau, comunque, ci sono state poche tracce in Italia.

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