Shakespeare il poeta dell'amore. "Le sue opere sono state rappresentate moltissimo anche sul grande schermo, sia in forma integrale sia come adattamenti. Le sue storie si sono rivelate nei secoli sempre attuali, sia che si parli d'amore o del potere, delle guerre inutili o della condizione esistenziale dell'uomo. Come nel teatro la ricerca di nuove forme espressive ha portato a regie originali e attualizzate, così nel cinema Shakespeare è stato riscritto, ambientato in ogni possibile epoca storica, sezionato e riproposto in forme diverse." -Wikipedia-
Di John Madden. Vincitore di 7 premi Oscar e 3 Gonden Globe. Racconta l'amore dello scrittore per una nobildonna, Lady Viola durante la lavorazione di Romeo e Giulietta.
Chiedo scusa ma devo proprio aver visto l'Enrico V di Branagh: ho solo un ricordo di lui che interpreta un personaggio shakespeariano con quell'espressione a mio vedere inespressiva. Stiamo parlando del più grande drammaturgo di sempre e per metterlo in scena e recitarlo ci vuole molto talento.
Mi unisco volentieri al coro dei difensori di Branagh, per l'Enrico V e le sue a dir poco sanguinarie battaglie; per la trasposizione integrale dell'Amleto, coraggiosa, filologica, assolutamente aderente alle atmosfere dell'opera, alla combattuta introspezione del protagonista e alla più che sentita follia di Ofelia, fermo restando che anche tutti gli altri personaggi sono stati caratterizzati molto bene; per Molto rumore per nulla che gode di una leggerezza assolutamente da commedia shakespeariana. Ma il mio giudizio è condizionato decisamente dal mio gusto personale che mi porta ad adorare le rielaborazioni teatrali dell'Elfo e a farmi sbadigliare nelle singolari rappresentazioni di Ronconi, eppure si potrebbe discutere molto su quale delle due scuole sia più fedele al testo e quale allo spirito. :D Quindi mi abbandono a un semplice e decisamente personale modo di sentire e interpretare. L'Othello di Welles è da non perdere e ci aggiungerei pure il suo Macbeth. Per restare in tema Shakespeare, propongo Cosa sono le nuvole-Otello, piccolo gioiello di Pasolini. E anche il personalissimo Re Lear di Godard, imprevedibilmente sperimentale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Chiedo scusa ma devo proprio aver visto l'Enrico V di Branagh: ho solo un ricordo di lui che interpreta un personaggio shakespeariano con quell'espressione a mio vedere inespressiva. Stiamo parlando del più grande drammaturgo di sempre e per metterlo in scena e recitarlo ci vuole molto talento.
E per le "forme diverse" consiglio "Ran" di Akira Kurosawa. Vedi King Lear... !
E' vero, Ran..
se non è bello l'Enrico V di Branagh...
Mi unisco volentieri al coro dei difensori di Branagh, per l'Enrico V e le sue a dir poco sanguinarie battaglie; per la trasposizione integrale dell'Amleto, coraggiosa, filologica, assolutamente aderente alle atmosfere dell'opera, alla combattuta introspezione del protagonista e alla più che sentita follia di Ofelia, fermo restando che anche tutti gli altri personaggi sono stati caratterizzati molto bene; per Molto rumore per nulla che gode di una leggerezza assolutamente da commedia shakespeariana. Ma il mio giudizio è condizionato decisamente dal mio gusto personale che mi porta ad adorare le rielaborazioni teatrali dell'Elfo e a farmi sbadigliare nelle singolari rappresentazioni di Ronconi, eppure si potrebbe discutere molto su quale delle due scuole sia più fedele al testo e quale allo spirito. :D Quindi mi abbandono a un semplice e decisamente personale modo di sentire e interpretare. L'Othello di Welles è da non perdere e ci aggiungerei pure il suo Macbeth. Per restare in tema Shakespeare, propongo Cosa sono le nuvole-Otello, piccolo gioiello di Pasolini. E anche il personalissimo Re Lear di Godard, imprevedibilmente sperimentale.
Commenta