A teatro siamo in perenne piano sequenza.
Possediamo il palco, la presenza e l’insieme, meno i primi piani.
Aggrediamo il/la protagonista, meno la controscena.
Addirittura ci distrae la platea.
Ma possiamo avvertire il respiro dell’attore.
Traslato al cinema, l’impianto teatrale, impone altri dettagli,
ricrea confini aleatori all’interno di una, presunta, limitata visione.
Contorce la mdp tridimensionalmente, manipola i tempi.
Cosa che anche la nostra poltronissima di terza fila può non concedere.
Non fatevi venire voglia di andare a teatro dopo un film ad impianto teatrale.
Rimarreste spaesatamente orfani.
Con Danny De Vito, Kevin Spacey, Peter Facinelli, Paul Dawson
La cinepresa sfoggia acrobazie impossibili all’occhio, adotta un attore che spazia leggiadro come in un film di fantascienza pur avendo a disposizione 6 metri quadrati e quattro chiacchiere da snocciolare.
Eccolo il teatro al cinema.
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