Ovvero, ma allora me lo consigli l'ultimo di Soldini? Assolutamente!
Basta accendere la TV o la radio o parlare cinque minuti con l'amico più brillante e informatissimo per capire che Einstein aveva sbagliato tutto. Alla relatività rimane giusto qualche voce in capitolo in merito a questioni spazio-temporali o di fisica quantistica, roba che francamente non interessa a nessuno, specie da quando circolano le ultime dichiarazioni di Belen su Corona. Così, il relativo si spedisce nella soffitta vicino al monopoli e al piccolo fisico, e si sguinzaglia spietatamente l'ASSOLUTO. Ora, squadre di filosofi hanno provato a circoscrivere il perimetro sfuggente dell'assoluto nello spazio della teoria (sebbene qualche diverbio tra Kant, Hegel e Kierkegaard risolto poi con una conciliante merenda a base di fette biscottate e spuntì alla crema di tonno), ma invano, in quanto, a loro dire, l'assoluto non trova spazio, ma è spazio e ha spazio in sé. Dato che probabilmente lo spazio, per ficcarlo nel concetto di assoluto, l'avranno sicuramente tolto dalle file delle poltroncine del Cinema Corso, così gli occhialetti 3D me li reggo sulle ginocchia, come risultato l'assoluto in quanto tale era troppo ampio per poter essere compreso dai filosofi. Ma prova a chiedere all'amico colto se gli è piaciuto il concerto di Ligabue. Non dirà sì, ma assolutamente. In pratica, non riuscendo la filosofia a venirne fuori, la gestione dell'assoluto è stata sub-appaltata ad una nuova generazione di conversatori, che non conoscono più la monosillabica parola "sì", preferiscono il più frizzante avverbio (quello con lo spazio in sé, per intenderci…). Sono poi gli stessi che, laddove un sagace interlocutore se ne esce con una dichiarazione che ad una attenta analisi la si potrebbe configurare come "battuta di spirito", questi stessi pare vogliano appropriarsene dell'essenza, chiosando con "esatto", che è un po' più leggero dell'assoluto, anche uno zinzirellino più allegro. In passato gli esattori non erano accolti così allegramente… Oggi tutto è esatto e assoluto. Un tempo l'uomo moderno era schiacciato da dubbi, tormenti, inesattezze e relativismo. L'uomo moderno è vecchio, superato. Oggi viviamo un'epoca di neo-positivismo, di assolutismo esattoriale. Sul libro di civica leggo che si è in regime assolutistico quanto chi è in potere detiene ogni potere. Se poi tale potere condiziona anche il modo di parlare, pensare e soprattutto rispondere quando si è in coda all'uscita del film (ti è piaciuto sex and the city? assolutamente!), allora è potere assoluto. Questo è quanto Dummy ha capito dal libro di civica. Ma questa non è più filosofia, è politica, e Dummy di politica proprio non se ne intende.
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