che sono derivate dalla visione di un film restano in noi e riemergono nelle circostanze che le richiamano , così come nella pittura (la visione di un campo di grano sotto il solleone ed ecco i quadri di Van Gogh che subito ci riappaiono), nella poesia (il firmamento stellato e Leopardi), nella musica (ognuno ha una sua esperienza personale di momenti magici che richiamano o fanno canticchiare motivetti leggeri o classici).
spesso durante la vita lavorativa quando venivo caricato da budjet e traguardi irragiungibili mi veniva in mente Jack Lemmon e le sue nevrosi. Che film lungimirante , nel '92, per noi italiani; allora, infatti, il pubblico non lo capì.
ho subìto quattro rapine sul lavoro (in banca) e ogni volta, pur con il cervello paralizzato dall' angoscia di trovarsi di fronte ad un arma, il film mi si riproponeva; sempre solo lui, malgrado tanti altri visti sul medesimo argomento.
racconta la storia di un pianista a cui muore la moglie partorendo la notte di Natale. Lo vidi a 12 anni e me ne dimenticai subito. Mi tornò in mente ,con terrore, vent'anni dopo quando mia moglie entrò in clinica per partorire il 24 dicembre !! Andò bene.
spesso durante passegiate nei boschi si perde temporaneamente l'orientamento; io ripensando al film temo sempre la presenza ostile non di un animale, ma di un essere umano...
siete mai arrivati nottetempo in una pensioncina isolata, con poca illuminazione e silenziosa, dove dovete per forza sostare ? Provate e vedrete che Norman arriva subito alla mente.
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