Nel 1933 Lang è all’apice della propria carriera. Ha al suo attivo capolavori del muto come I Nibelunghi, Metropolis, e Il Dottor Mabuse e, da quando il sonoro ha dato voce alla settima arte, con M, il mostro di Dusseldorf ha dipinto una società pericolosamente alla deriva, verso un futuro di sopruso e violenza che si legge nel successivo Il testamento del dottor Mabuse. I deliri di Mabuse che rimandano alla figura di Hitler non sfuggono a Goebbels che proibisce l’uscita del film. Nonostante ciò lo stesso Ministro della Propaganda convoca Lang per offrirgli una posizione dirigenziale nell’industria cinematografica tedesca. Lang finge di accettare ma poche ore dopo sale su un treno per Parigi. Dopo un incontro con Selznick, la tappa successiva è Los Angeles. Ha così inizio il periodo americano di Lang che fa confluire le sue ossessioni tematiche e le atmosfere espressioniste nel noir. Ma presto il conflitto tra colpa e innocenza va oltre il genere e Lang inquadra, sotto la lente del proprio monocolo, una società americana che deve fare i conti con la propria coscienza e le proprie contraddizioni. L’uomo di Lang, mai privo di macchia, è spesso condannato alla sconfitta da una società opprimente, che giudica e imbriglia lo spirito fino a far perdere di vista i valori morali. I fantasmi di Metropolis, M, e Mabuse continuano ad aleggiare sul regista viennese e nel ’52 prendono corpo nella commissione McCarthy, che accusa Lang di comunismo. Ma Lang continua nel proprio percorso, cupo e pessimista, che l’America non può amare, che ha reso uno dei più grandi di tutti i tempi.
Con Edward G. Robinson, Joan Bennett, Raymond Massey, Dan Duryea, Edmund Breon
Il professor Wanley si muove sulla sottile linea di demarcazione tra innocenza e colpa, passione e raziocinio in un universo dove la realtà si spinge ai confini del sogno.
La città è corrotta, Bannion una scheggia impazzita, Debby Marsh un’anima divisa in due che riscatta la propria metà oscura. Il fuoco, che uccide Kathie e ustiona il volto di Debby, è spento dalla ribellione del singolo che apre uno squarcio in un film cupo e amarissimo.
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