Riporto in calce questa frase di Charles de Meaux, registra, produttore e co-fondatore della Anna Sanders Films, apparsa su "Le Monde" del 6 giugno, riguardo alle difficoltà di esportazione in certi paesi dei film passati in rassegna a Cannes, i quali, pur avendo avuto il largo consenso della critica, faticano a trovare una distrubuzione: (parlando di Oncle Boonmee) "A l'étranger, la situation est plus dure encore. Le film a pour l'instant été vendu en Russie, au Portugal, en Grande-Bretagne et en Israël. Le vendeur international, The Match Factory, est en pourparlers avec des Américains également. "Mais en Italie par exemple, il ne sera jamais vu en dehors des festivals, parce que dans ce pays, assène Charles de Meaux, il n'y a tout simplement plus de cinéma." " (All'estero la situazione è ancor più difficile. Il film è stato, al momento, venduto in Russia, Portogallo, Gran Bretagna e Israele. Al contempo, The Match Factory, rivenditore internazionale, ha un accordo verbale con gli americani. "ma in Italia per esempio non sarà mai proiettato al di fuori dei festival, poiché in quel paese, semplicemente, non c'è più il cinema"). La questione della gestibilità di un prodotto, della sua vendibilità, mai come al giorno d'oggi risulta essere in balia del fattore sociale: i film di un certo spessore vengono riservati ai circoli indipendenti di proiezione, quelli si tengono in piedi grazie al passaparola degli aficionados, e creano, al contempo quell'idea di cultura sovversiva, dissidente che tanto dà fastidio alla classe politica dirigente italiana. Non si è capito ancora, che la sopravvivenza del cinema in Italia, dovrebbe passare per un'educazione alla visione, e da questa punto di vista stiamo davvero passando un periodo di buia dittatura. Per rispondere alle illazione fannullonesche del ministro della funzione pubblica (che ho rivisto di recente imitato splendidamente da Crozza), 7 film, facenti parte della grande distrubuzione francese, che si smarcano dal monopolio american-colossale onnipresente nelle ormai risicate sale italiane.
Con Mahnaz Afshar, Pegah Ahangarani, Taraneh Alidoosti, Juliette Binoche
Kiarostami decide di fare un film su chi guarda il film, scegliendo attrici del cinema iraniano sui volti delle quali scorre la vicenda della principessa che diventò regina e si sacrificò per amore.
Con Rowan McNamara, Marissa Gibson, Mitjili Napanangka Gibson, Scott Thornton
Premio della Caméra d'or al festival di Cannes 2009, è la storia di una terra di confine abitata dai discendenti delle popolazioni indigene che si trovano a fare i conti con la globalizzazione, il cambiamento degli stili di vita. In questo scenario anche lo sniffare benzina da un barattolo vuoto, o l'ascoltare una cassetta di musica messicana in disuso dentro a un relitto di automobile, possono esercitare il fascino di momenti essenziali.
Dalla Cina, una storia d'amore oltraggiosa che ha costretto il regista a scegliere l'Europa per una più vasta distribuzione. La Francia ha risposto presente, e l'Italia?
Con Mercedes Cabral, Julio Diaz, Jhong Hilario, Maria Isabel Lopez, Coco Martin
Di Brillante Mendoza, un incubo a Manila. Un ragazzo novello sposo, vuole arruolarsi nella polizia e viene ingaggiato in un'operazione illegale che vede coinvolta una prostituta rea di non aver pagato il pizzo agli ufficiali. Il regista non ci risparmia davvero nulla del suo destino. La "giustizia" sotterranea filippina, tentacolare e di sapore mafioso.
Titolo originale Kasi az Gorbehaye Irani Khabar Nadareh
Regia di Bahman Ghobadi
Con Hamed Behdad, Ashkan Koshanejad, Negar Shaghaghi
Esaustivo, anche se un po' MTVesco, quadro sul panorama musicale iraniano. Quello che interessa di più è la vicenda parallela dei giovani rockers costretti a comprare il passaporto per l'Ighilterra dove possono essere liberi di suonare. E il fatto che la vicenda sia realmente accaduta.
Beatrice Dalle torna e seduce suo nipote in crisi adolescenziale forse omosessuale, forse solo in cerca di un mentore. Da menzionare la scena al Jardin de Luxembourg in cui la Dalle mostra tutto il suo arsenale di attrice, dando l'impressione di essere al contempo madre, zia, amica e amanante.
Con Shirley Henderson, Ciaran Hinds, Ally Sheedy, Allison Janney, Paul Reubens
Di Todd Solondz, forse un passa indietro rispetto al cult "Happiness", ma il bombardamento verso la bonomia e la sommessa caccia alla streghe che ancora oggi la società americana perpetra, vale il prezzo del biglietto.
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