Incidente aereo
- Drammatico
- USA
- durata 93'
Titolo originale Crisis in Mid-Air
Regia di Walter Grauman
Con George Peppard, Don Murray, Michael Constantine, Karen Grassle, Desi Arnaz jr.
ovviamente
Bè... qui nessuno ne parla?
Ecco la mia riflessione sul serial più discusso del decennio e sull'attesissimo finale che a più d'uno ha lasciato l'amaro in bocca...
Le sei stagioni di Lost hanno richiesto un atto di fede. Passato il primo entusiasmo per l’incipit più folgorante che si fosse mai visto nella storia della fiction le cose si erano ingarbugliate parecchio e molti spettatori si sono persi per strada…
Lost non ha fatto sconti e ha richiesto per sei anni la totale adesione a una storia che non si è mai dipanata in maniera lienare e che nelle ultime stagioni ha costretto lo spettatore ad uno sforzo mentale notevole… Vite parallele, destini incrociati e viaggi nel tempo si sono snocciolati con la stessa naturalezza con cui Brooke di Beautiful si è fatta progressivamente tutti i membri della famiglia Forrester.
Leggo sui vari blog (ma anche sui principali quotidiani) la delusione del pubblico, che in qualche modo pur accettando di guardare da ventenni la stessa soap in cui genitori e figli sono coetanei e i protagonisti muoiono e risorgono che nemmeno Gesù Cristo in persona, si fossilizzano su questioni come “cosa erano i numeri?” oppure “chi ha costruito la statua?”.
Lost, alla luce della sua conclusione, non va sondato in questi particolari perché non si muove in un territorio “reale” bensì in una dimensione ultraterrena dove non esiste il tempo e tutto si svolge contemporaneamente, un luogo/non luogo molto simile a ciò che possiamo immaginare come “infinito”.
Per qualche motivo “infinito” è un concetto che tendiamo ad associare alla grandezza, all’universo per esempio e quindi alla dimensione spaziale. L’infinito invece è qualcosa di applicabile ad ogni dimensione, conosciuta e sconosciuta e di certo anche al tempo, che limita le esitstenze dell’essere umano.
Per provare ad articolare la mia interpreatazione di Lost non parto dall’isola, da sempre metafora del non luogo e contemporaneamente di rifugio, riparo, salvezza… ma dall’incidente.
Un aereo si schianta… i superstiti sono tutti irrisolti, ognuno di loro ha un conto in sospeso con la propria esistenza e, in una sorta di sincronia junghiana, anche con i compagni.
Lost si svolge in terra di frontiera tra la vita e la morte, senza essere né l’una né l’altra… è il luogo dove l’anima deve prendere atto di aver concluso il suo ciclo vitale, dove impara e mette a frutto lo scopo per la quale si era incarnata, dove finisce il quadro per passare a quello successivo…
Lost, ovvero l’isola, ovvero una sorta di bardo del libro tibetano dei morti.
Le sei stagioni di Lost ci conducono lungo una strada lastricata di trabocchetti, fatti inspiegabili, fede e speranza in cui un gruppo di persone fanno delle scelte fondamentali legate alla visione del bene e del male. Ogni atto/azione comporta una conseguenza per il futuro, il proprio e quello degli altri. Ma esiste il futuro (o il passato) nel tempo infinito?
Ovviamente no… tutto si svolge contemporaneamente nella dimensione dell’anima… è la mente che ha bisogno di organizzare le cose, di poggiare i piedi per terra e di dare un costrutto ai fatti che non può e non sa spiegare…
Sussurri nella giungla inestricabile, guarigioni misteriose, seconde possibilità, numeri ricorrenti, guardiani del progetto Dharma (qui è evidente… nemmeno una metafora…), morti che appaiono come viventi… E il pubblico cosa vuole? Vuole una spiegazione… all luce del bel finale dove tutto ha assunto una precisa collocazione vuole sapere chi ha costruito la statua… Santa pazienza…
Chi non ha compreso Lost non troverà alcune soddisfazione da spiegazioni postume sui tanti particolari irrisolti.
“Perché il fumo nero non può passare le recinzioni magnetiche?”
Conoscere la risposta non cambierà di certo il giudizio sull’opera. Ma la cosa più divertente è che le persone per lo più vivono senza conoscere il perché delle cose e non se preoccupano minimamente nella vita di tutti i giorni…
Perché alcuni materiali sono radioattivi?
Perché il petrolio che troviamo in natura, una volta utilizzato come carburante produce emissioni nocive all’essere umano?
Cosa c’è veramente al centro della terra?
Perché possiamo prevedere un temporale ma non un terremoto?
Come cazzo hanno fatto a mettere in quel modo le pietre a Stonehenge o a costruire le piramidi?
Di questo mondo (e degli altri) non sappiamo praticamente una mazza e anche quando ci avviciniamo casualmente ad una risposta plausibile possiamo fare un’altra domanda e siamo da punto e da capo senza alcuna risposta.
Non ci vuole molto… basta chiedersi “Perché’” oppure “Tutto ciò sta avvenendo realmente?” per ritornare ad un dubbio primordiale ed esistenziale.
Gli sceneggiatori di Lost hanno i controcoglioni e non avrebbero avuto nessun problema a dare delle spiegazioni su ogni particolari ma tutto avrebbe perso ogni fascino…
In questo modo invece almeno a qualcuno è piaciuto… ma soprattutto qualcun altro magari avrà trovato ispirazione per iniziare un viaggio…
A David Lynch comunque sicuramente è piaciuto … ;-)
Titolo originale Crisis in Mid-Air
Regia di Walter Grauman
Con George Peppard, Don Murray, Michael Constantine, Karen Grassle, Desi Arnaz jr.
ovviamente
Titolo originale Isola: Tajuu jinkaku shôjo
Regia di Toshiyuki Mizutani
Con Yoshino Kimura, Yû Kurosawa, Ken Ishiguro, Makiko Watanabe
i titoli
Titolo originale Lost
Regia di Darren Lemke
Con Dean Cain, Ashley Scott, Danny Trejo, Irina Björklund, Justin Henry, Griffin Armstroff
sono solo
Regia di Stefano Reali
Con Robert Powell, Tony Vogel, Andréa Ferréol, Van Johnson
evocativi della vicenda
Titolo originale For Love of Olivia
Regia di Douglas Barr
Con Lonette McKee, Louis Gossett jr., Kathryne Dora Brown, Sterling Macer jr.
e non rappresentativi...
Titolo originale Random Hearts
Regia di Sydney Pollack
Con Harrison Ford, Kristin Scott Thomas, Bonnie Hunt, Charles S. Dutton, Dennis Haysbert
Regia di Mario Bianchi
Con Laura Gemser, Pamela Prati, Gabriele Tinti, Loredana Romito
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