un pugno di titoli negli ultimi anni hanno completamente ridefinito la figura della donna nell'horror. una volta seppellito lo stantio stereotipo della ragazza bionda che scappa urlando, ora la figura femminile ha gli stessi diritti dell'uomo anche nel film, nel bene e nel male. si scopre così capace delle stesse nefandezze e delle stesse gesta eroiche. una particolare connotazione rende possibile elaborare sceneggiature impensabili fino a qualche anno fa dove l'elemento della maternità diventa estremamente horrorifico. questa preponderanza del genere femminile in alcuni casi ha escluso totalmente l'uomo dal film, colonizzandolo totalmente. la gran parte di queste pellicole arrivano dalla francia.
Con Cécile De France, Maïwenn, Philippe Nahon, Franck Khalfoun
il film di alexander aja ha più importanza per ciò che ha generato che per il film in sè. è girato molto bene e ha un ritmo fantastico, purtroppo ha anche una di quelle sceneggiature che alla fine del film di fanno venire la voglia di strozzare l'artefice. alla fine del film avrete però finalemente chiaro come la donna abbia completamente soppiantato il ruolo che era maschile per antonomasia
Con Lou Doillon, Virginie Ledoyen, Catriona MacColl, Dorina Lazar
film d'esordio di pascal laugier, un nome che immediatamente si rivela una garanzia. l'uomo fa la parte della comparsa, le quattro donne che si muovono sullo schermo sono diversissime le una dalle altre, incarnano addirittura diversi immaginari su di esse. ma c'è un quinto elemento, il bambino nel grembo della protagonista, forse il vero protagonista del film, quello che detrmina i comportamenti della madre, quello che la minaccia da dentro (e da fuori?)
Con Karina Testa, Aurélien Wiik, Patrick Ligardes, David Saracino, Maud Forget
la ragazza che si porta dietro un passato di soprusi nelle banlieu non ci sta a regredire al vecchio ruolo di bene di scambio per il maschio. nonostante tutti si muovano nella direzione del reincatenamento, l'eroina emancipata del cinema francese tira fuori gli artigli ed è un bagno di sangue
con questo film si arriva all'apoteosi dell'impossessamento femminile del genere cinematografico una trama che non permette la presenza di uomini sulla scena e che infatti li elimina tutti brutalmente e con noncuranza. ma le due eroine no, loro soffrono, sanguinano, si tagliano e si trascinano sofferenti fino alla fine. il tesoro in palio rientra in una dinamica che lascia l'uomo totalemente estraneo, quasi un elemento strumentale, ed è dentro una di loro
Con Morjana Alaoui, Mylène Jampanoï, Catherine Bégin, Robert Toupin, Patricia Tulasne
laugier, al suo secondo tentativo, mette in scena una delle pellicole orrorifiche più importanti del decennio (se non la più importante), e di nuovo la donna è chiamata in causa in modo centrale. la donna come essere in grado di trascendere sè stessa, che si dimostra in grado di sopportare torture e sofferenza indescrivibili e che dall'altra parte si mostra in grado di attuare il vero orrore
la rivoluzione femminile travalica i limiti francofoni e nel 2005 neil marshall (che la riciclerà anche nel bruttissimo "doomsday") ne prende un manipolo e le sostituisce agli uomini. il sesso debole si mostra fortissimo, sbattuto nel fango in lotta per la sopravvivenza mostra di non avere nulla da invidiare, anche a livello prettamente fisico, all'uomo
Con Tiffany Shepis, Caroline De Cristofaro, Giuseppe Gobbato, Alessandra Guerzoni
in italia (in realtà deve andare in germania purtroppo per l'ottusità dei nostri produttori) ci pensa ivan zuccon a porre la donna al centro della scena, una donna mistica di grande forza che si racconta nelle proprie intime sofferenze, circondata da altre donne che rivelano la propria meschia piccolezza perchè se emancipazione deve essere completa
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