Mentre sono giunti in Italia – al cinema e soprattutto in TV - diversi film da quasi tutti i paesi ex-comunisti, per qualche strana ragione non ci ha raggiunti quasi nessuna pellicola proveniente dalla ex-Germania Est, altrimenti detta RDT (o DDR in tedesco). Almeno così ho riscontrato nelle mie ricerche. Grazie al fatto che parlo il tedesco, ho voluto vedere diversi esemplari di quel cinema, in parte registrando dalle reti tedesche, in parte comprando DVD. Ebbene, devo dire che i registi e i film di valore non mancano, e meriterebbero di essere conosciuti anche nel nostro paese. Accanto infatti alle solite pellicole di propaganda (che non incontrano la mia simpatia), magari commissionate dallo stato, vennero prodotte opere di indubbio valore artistico. Una parte – per il loro non trattare argomenti politici – non suscitarono la contrarietà del regime, altre, magari solo blandamente critiche, rimasero impigliate nelle maglie della censura fino al crollo della RDT. Perché la TV italiana non si prende la briga di farcene vedere qualcuno? Sono sicuro che a Berlino la DEFA, l'ex-organismo statale preposto alla produzione cinematografica, ne sarebbe ben lieta (e credo anche molti cinefili nostrani).
Con Sasha Krusharska, Jürgen Frohriep, Erik S. Klein, Stefan Pejchev, Georgi Naumov
Konrad Wolf (1925-1982) fu forse il più grande regista tedesco-orientale. A parole comunista, nei suoi film si fa fatica a trovare questa ideologia in senso stretto. Se mai si trova una grande sensibilità umana e psicologica, un profondo e partecipato interesse per gli uomini e la loro interiorità. Questa pellicola, presentata a Cannes (e premiata) nel '59 col titolo “La stella di David” è considerata uno dei migliori film sulla deportazione degli ebrei. Offre una delicata e triste storia d'amore tra un sottufficiale tedesco e una ragazza ebrea di un campo di raccolta degli ebrei tra i monti della Bulgaria, durante la II Guerra Mondiale. E' un film intenso e commovente, fatto si sguardi e silenzi, che parla al cuore. I due amanti si scambiano il primo bacio davanti a una chiesetta. Un'opera unica e indimenticabile.
Con Peter Prager, Uwe Zerbe, Eberhard Kirchberg, Detlef Gieß, Donatas Banionis
[Mamma, sono vivo!] E ' una storia di soldati e soldatesse tedeschi sul finire della II Guerra Mondiale. Anche qui contano poco i combattimenti e i movimenti di truppe, ma molto la definizione dei personaggi, la loro interiorità e la loro psicologia. Recita anche il tarkovskiano Donatas Banionis. Non mancano i momenti lirici.
Con Renate Krößner, Alexander Lang, Dieter Montag, Heide Kipp, Klaus Brasch, Fred Düren
[L'assolo di Sunny] Narra le vicende professionali e sentimentali di una cantante pop nella Berlino Est alla fine degli anni '70. Difficoltà, crisi d'identità, tentato suicidio, ritrovata fiducia nella vita e nuovo inizio. Il film offre anche numerosi scorci della grigia Berlino Est: sudici cortili, vie dimesse con case dalle facciate cadenti, pochi negozi. Fu un successo a livello internazionale.
Con Libuse Safrankova, Pavel Trávnícek, Carola Braunbock, Rolf Hoppe, Karin Lesch
[Tre nocciole per Cenerentola] E' da tutti acclamato come il miglior esempio del genere “fiaba”, così praticato nel cinema dell'Est europeo. E' una pellicola deliziosa, sia per gli adulti che per i bambini, che non può mancare nella programmazione natalizia della TV tedesca. Una bellissima protagonista, una splendida colonna sonora, una narrazione semplice ed efficace, molta fantasia e grazia, nessun messaggio politico. Presso Dresda è in corso una mostra sul film, e nel 2009 è uscito nuovamente nelle sale tedesche. Una sua immagine campeggia sulla pagina iniziale del sito internet della DEFA Stiftung. Da noi mai sentito nominare.
Con Ekkehard Schall, Ilse Pagé, Ernst-Georg Schwill, Harry Engel, Raimund Schelcher
[Berlino, angolo Schönhauser] Una specie di “Gioventù bruciata” nella Berlino Est degli anni '50. Un gruppo di giovani irrequieti vive tra bullismo, storie d'amore, furtarelli, contrabbando con l'Ovest, fughe, e il commisariato di polizia. C'è un po' di propaganda antioccidentale, ma non è schematica e ideologica. In compenso, la narrazione e le situazioni del regista/sceneggiatore sono realistiche ed efficaci. Un film molto coinvolgente.
Con Manfred Krug, Krystyna Stypulkowska, Jutta Hoffmann, Eberhard Esche, Johannes Wieke
[La traccia delle pietre] La storia è ambientata in un cantiere edile: rivalità tra gli operai sul modo di lavorare, tresche sentimentali, l'ingerenza e l'ottusità del partito. Il triangolo sentimentale che si crea viene narrato con attenzione e sensibilità da parte del regista. Non si può definire un film contro il regime, ma solo realistico e sincero, in quanto non manca di rappresentare limiti e contraddizioni dell'organizzazione del lavoro nel socialismo. Tuttavia, girato nel 1966, poté uscire al cinema solo nel 1989. E' considerato uno dei migliori prodotti della DEFA.
Con Manfred Krug, Christel Bodenstein, Günther Grabbert, Johanna Clas, Marita Böhme
[Descrizione di un'estate] Lo vidi molti anni fa, ma mi piacerebbe rivederlo. E' la storia di una tormentata relazione sentimentale, ambientata quasi tutta in un'assolata e brulla campagna, con sullo sfondo la tristezza e la rassegnazione di molti giovani tedesco-orientali.
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