stamane nell'andare dalla parrucchiera ho lasciato la casa un pò come capitava. non sono mai andato dalla parrucchiera. una mia amica lo fa di professione. ho dunque preso regolare appuntamento. anche perchè lo specchio alla mattina taceva, bisogna dirlo che saggiamente taceva, ma la mia faccia che è meno diplomatica diceva quello che lo specchio non voleva dire. lui si limitava a fare il suo compito, riflettere. a volte sarebbe meglio essere un vampiro. non vedermi sarebbe miglior cosa. mentre mi dirigevo al negozio, joni mi stava cantando di un certo rousseau che dipingeva un fiore di giungla dietro l'orecchio di una ragazza, io cercando di canticchiarle addietro, fingevo di capire, ma invece non capivo. poi gliel'ho dovuto dire alla joni che il mio inglese è quello che è, ma l'ho rinfrancata, dicendole che nonostante siano passati 34 anni è ancora un disco magnifico. e così giunsi dalla parrucchiera. e mentre delle signore chiacchieravano della loro progenie, io fissavo il soffitto, coccolato dal massaggio della ragazza che mi stava applicando lo shampoo e pensavo a quanto mi avrebbe fatto bene vedere un documentario su di un tipo che mi parla di fiori. di quelli che amano stare in mezzo alle piante e parlano e cullano i boccioli e i petali, non immaginando che magari gli stessi chissà cosa gliene staranno dicendo. mi posso permettere, dopo solo una seduta, di poter capire cosa può essere per una madre di famiglia o casalinga o tutt'e due o con in aggiunta che lavora, l'idea di prendersi quell'appuntamento fisso?... non so forse si, ma volersi bene e volersene molto, è tra le cose che qualsiasi persona dovrebbe fare. perchè poi anche una giornata lavorativa infame, i figli che urlano, le tribolazioni affettive se non per tutta la giornata almeno per un attimo sono più sopportabili. le banalità!, le cose ovvie!, sono lì e viste spesso come acari da far sloggiare dai nostri tappeti. invece stanno lì a dirci che è da lì che bisogna partire. da una cosa ritenuta scontata e quindi accantonata perchè già conosciuta. invece andrebbero trattate come fiori. ci stanno tra le mani, li diamo per scontati e non ci prendiamo la briga di interrogarli, di indagarli. realizzare quanto semplice possa essere vivere, sarà bello come una pioggia di fiori.
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