"Se vuoi conoscere la vita di qualcuno, basta guardargli le mani" (Cathy Bates in "L'ultima eclissi"). Mani. Mani che parlano, mani protagoniste, mani particolari, mani inquietanti. Ci sono, ci parlano, ma spesso non ce ne accorgiamo neppure. Eppure, possono comunicare tantissime cose...
Uno dei fotogrammi più inquietanti di Hitchcock lo troviamo quando Vera Miles, curiosando nella camera della Signora Bates, s'imbatte in uno stranissimo soprammobile a forma di mani conserte, molto kitsch e dannunziano, e Hitch ci zumma sopra e ci si sofferma per qualche macabro, infinito istante.
Solo Hitch avrebbe potuto ideare un giallo-farsa in cui i due protagonisti per la maggior parte del tempo sono ammanettati l'un l'altro contro la propria volontà!
Pestato a sangue in "Per un pugno di dollari", in cui gli fracassano la mano destra, Clint Eastwood entra definitivamente nella leggenda col personaggio del "Monco"...
Una delle scene più toccanti e strazianti del film più bello della Trilogia di Kieslowski: Irène Jacob che allunga una mano e la posa su quella di Jean Louis Trintignant, ma dall'altra parte del finestrino dell'auto che se lo sta portando via... non toccandosi mai.
Le mani sciupate dagli anni di duro lavoro di Dolores Claiborne sulle lenzuola candide stese ad asciugare... "Passa un lenzuolo, poi un altro, e prima che te ne accorgi, quelle lenzuola si stendono per vent'anni".
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