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CAFÈ INDIANA OU L’ENGAMBI DE LA NOUVELLE TROUILLE (DEDICATO A JOSEBA)
di Utente rimosso (Marcello Del Cam ultimo aggiornamento
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CAFÈ INDIANA OU L’ENGAMBI DE LA NOUVELLE TROUILLE (DEDICATO A JOSEBA)

12 Agosto 2008. Cafè Indiana, Place de la République. Sono a Parigi da tre giorni. Ieri sono andato a trovare Jimmy Morrison al Père Lachaise. Il ragazzo del banco è un algerino non conciliato.
“Ici y’a pas des bonnes salles de cinema.”
Mi indirizza allo “Studio des Ursulines”. Ci vado, è vicino. Danno tre film al giorno, le proiezioni cominciano alle sei del pomeriggio. Le sedie sono comode, poche persone, niente air climatisée, Parigi ne disdegna l’uso indiscriminato. Vedo solo il primo film Tonton m’écoutes, noioso, una donna durante la Resistenza, catturata dai fascisti viene dissossata da un torturatore che, a lavoro finito, ne appende le spoglie a una fila di grucce dove ci sono altre sagome in essiccazione.
“C’est toujours un engambi de Constance”, mi fa uno spettatore, soffiandomi addosso in marseillaise ‘il trucco’, ‘il bidone’.
Il cinema è vuoto, poteva sedersi da un’altra parte. Non mi piace che mi si soffi addosso. Faccio cattivo riso a buon gioco e gli chiedo chi sia questa Constance.
“Oh, fada, mes roustambofis! tu ne connais pas Constance Bonacieux, la girelle de la ‘nouvelle trouille’?”
Non ci capisco nulla, sembra adirato ma ignoro il perché. Gli chiedo di parlare chiaro, il provenzale lo mastico poco, gli faccio.
Mi spiega che ne ha fin sulle palle di un certo cinema di frontier e martyr:
“Y’y escagassé”, aggiunge, “pourquoi ne vien-tu avec moi à Fos-sur-Mer…”
Non lo faccio finire, gli chiedo chi è, come si chiama, che cosa vuole da me.
“Fan de chichirlou”, sbotta adirato, “je vais t’éxpliquer.
Si chiama Vernon, Vernon Lee Lafayette per l’esattezza. I genitori, si dilunga, lo avevano battezzato ‘John Vernon Lee Sullivan Lafayette’ in omaggio a Boris Vian. “Drôlement agrèables, n’est ce pas?”, mi chiede.
“Mah… trop de grace”, gli rispondo.
Cazzo, penso, e adesso come lo chiamo?
“Fada”, provo, “porquoi Fos-sur-Mer?”
Si dilunga in una spiegazione che dura un’eternità di bave. Il succo è un mini-festival che si tiene in quella località da un paio di anni. Lui è “the priest” (dice proprio così) del “New Engatse”, il nuovo cinema cazzuto-gore che, nonostante i suoi sforzi, non è riuscito a fare uscire dai confini dell’isola, al massimo è approdato a Petit Nice:
“Ces cacous de boumian critiques des Cahiers, même de The Unforgiven ces sont des caramantrans”, non hanno capito una mazza, non hanno capito che le ‘New Engatse’ è il vero nuovo cinema franco-algerino-marsigliese. I critici cercano di occultare tutto ciò che è nuovo per favorire l’engambi’ di film come quelli di Dumont, Grandrieux e autres tchacheurs.
“Mais….”, parla a spiovere.  
Partiamo il mattino dopo. Il battello punta laggiù verso Fos-sur-Mer. Passiamo di fronte al Frioul, ‘le cagnard’ bagna il mare di rosso-arancio. Uno spettacolo magnifico.
Arriviamo a destinazione. La sera, prima di sedermi sule comode poltrone del cinema “Jobastre” (molti erroneamente pronunciano “Joseba”), gli domando:
“Porquoi ‘new engatse’?”
“Mi chiamo Conrad Moricand, pezzo di fesso… sono italiano…”
Divento giallo per la meraviglia.
“‘sto stronz…”
Non mi lascia finire:
“Garri, ti ho fottuto, sono leccese, di Parabita, i miei adoravano Henry Miller, ecco perché… Conrad Moricand Giamatti… per te solo Conrad, qua la mano!”
“Ma…”
“Sì, Moricand… i miei adoravano Paradiso perduto di Henry Miller… sta’ a sentire, uagnò, non perderti i film in programma la prochaine semaine, les voila!”  
 
1Autophagie à deux (regia di Remy de Grenelle, 2005)
Corpi d’amore si divorano. La passione estrema conosce l’oltre dell’ars combinatoria delle posizioni.
 
2.  Intrusion de l’œil (regia di Jacques Lepoltroniéres, 2004)
Oltre Bataille, l’occhio di un torero, infilato nel buco del culo d’amianto della donna, ne perlustra villi e isole di Langerhans. Cousteau visto dal pancreas.
 
3.  Mon coeur mis en drap (regia di Jean le Blagueur, 2006)
Non dire nulla. Non ti farò del male. Non sentirai dolore. Quando tutto sarà finito, te lo mostrerò con la parola Amour incisa a lettere di diamanti.
 
4.  Liminal no-control (regia di Denis Vaucher, 2007)
Quando i tuoi piedi nudi cammineranno da soli e il corpo mutilato scivolerà nella danza del sangue, forse riuscirò a offrirti un moccio di sperma sull’incantevole arco plantare.
 
5.  On the Border of Frontiers Of Martyrs (regia di Giovanni Oikodusai, 2001)
“L’obsession de l’ailleurs, c’est l’impossibilité de l’instant; et cette impossibilité est la nostalgie même.” (E. M. Cioran, Précis de Dècomposition)
 
6.  Farabeuf Revisited (regia di Salvador Elizondo, 1968)
“L’azione è minima: il supplizio che desidera convertire lo spasimo sessuale in un annichilimento fisico definitivo.” (Salvador Elizondo, Cronaca di un istante, Feltrinelli 1970)   
 
7.  Supra cadaver (regia di Jovanka Wernerschmidt, 1987)
“Nel momento esatto in cui il grande bisturi convesso di Larrey tracciasse, guidato dalla sua mano, un’incisione di sangue lentissimo, la riconoscerebbe nell’abbandono che va oltre la vita.” (Ibid.)  
 

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