A Useful Ghost -Nella sua apparentemente coordinata follia, A Useful Ghost si rivela una delle sorprese più vive ed originali del festival e segnala in modo definitivo un giovane autore che converrà seguire molto da vicino.
Entroncamento - Con una narrazione pacata dai tratti documentaristici, Pedro Cabeleira, impegnato nella sua seconda regia dopo Damned Summer premiato a Locarno, realizza un thriller dalle efficaci scenografie ed ambientazioni stilizzate con tagli di ripresa di gran fascino.
Nero segna l'esordio alla regia di Giovanni Esposito (assai conosciuto come attore di commedie) che qui si cala, invece, in un melodramma non nero: nerissimo. E solo alla fine capiremo quel titolo che sembra riferirsi solo al suo soprannome.
Fien Troch, prodotta dai fratelli Dardenne, mette in scena un film che affonda le radici in un terreno di sabbie mobili in cui si mescolano suggestioni divine ed odierni processi alle streghe
Imprigionandoli nel loro stile, elegante e rilassato, il film e Soderbergh fanno perdere agli spettatori i riferimenti offrendogliene troppi: troppa trama, troppi inganni, tante citazioni, molti riferimenti, parole e musiche, luci e ombre.
I silenzi si accumulano, le inquadrature si fanno sempre più composte, come se ogni scena fosse pensata dalla regista per acquisire una patente di autorialità. Un'opera curata e a tratti toccante, ma anche un po' compiaciuta, come un padre che impara a fare i pancake solo per Instagram.
Eppure non è opera di un esordiente a rischio, non è neppure un film dell’Uzbekistan con sottotitoli. Nel cast ci sono Leo Gullotta, Alessio Vassallo e Giuliana De Sio. È un film di Aurelio Grimaldi. Dov'è finito? Diamo spazio alla giusta indignazione di un lettore.
Pur seguendo una trama più lineare di altre sue opere, Lynch viaggia come suo solito tra il surreale e l'onirico, girando sequenze allucinate e visionarie che regalano momenti di grande cinema.
Coogler sfodera una regia accattivante, coadiuvata da un bel montaggio e dalle ottime interpretazioni di tutti gli attori, senza contare la grande star del film, il sempre bravo e "sdoppiato" Michael B. Jordan. Peccato per quella componente horror...
Il film è girato anche bene, inizia alla grande con un piano sequenza che tallona il nostro George da dietro, ci sono varie scene dialogate interessanti e alcune con una bella tensione. Ma...
Sequenze indimenticabili e molto difficoltose, con cavalli che sprofondano nella neve, contrasti di colori, primi piani struggenti, diligenze che appaiono tra le nebbie nevose, rendono questo film realmente unico nel suo genere. Ossia Il grande silenzio di Sergio Corbucci. Gratis su Rakuten.
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