Playlist scontata, dal titolo banale, quasi una stretta di mano per fare conoscenza. Come ti chiami? Quante lacrime hai? Ah, e scusa... qual è il tuo regista preferito? Ok, ora si spiega tutto...E come mai manca Luchino Visconti? Perchè le posizioni erano sette. Per una volta lui è arrivato ottavo.
Non solo influenza pesantemente il primo, ma è stata la mia prima rivelazione: davvero c'è qualcuno che ha il coraggio di parlare del Silenzio di Dio? Quest'uomo è un genio e la sua conoscenza umana, acquisita da una severa autoanalisi e una profonda introspezione, è il segno più grande del suo cinema che ha e avrà sempre molto da insegnare.
La perfezione fino alla paranoia. Più di 90 telecamere gettate da una finestra (Arancia Meccanica), obiettivi Zeiss dedicati per riprese in condizioni di luce impossibile (Barry Lindon), studi in Stranamore così approfonditi sulle testate atomiche da realizzarle talmente bene nel film da ritrovarsi a dover dimostrare allo stato americano che anche solo coi libri senza accedere a informazioni riservate si può arrivare a una conoscenza così vicina alla realtà e poi le innumerevoli uscite dall'ascensore di Tom Cruise in Eyes Wide Shut prima di ritenere di avere quella giusta. Credo che una cura assoluta dei particolari come questa la possano vantare davvero pochi registi.
L'ho sostituito a Truffaut perché davvero a Chaplin devo molto di più. Il cinema muto insegna quanto la comunicazione non verbale sia tanto più importante di quella verbale, tanto che anche mio figlio di 3 anni può seguire i film di Charlot. E poi il coraggio con cui Chaplin condannò la follia della seconda guerra mondiale gli farebbe meritare il primo posto di questa mia classifica!
L'animazione italiana alternativa a quella più blasonata americana, a quella ricercata giapponese, a quella artigianale francese. Un po' di campanilismo non fa male.
Poeta, regista, letterato. I messaggi di Pasolini sono duri, senza mezzi termini. Controcorrente, indipendente. L'artista nell'accezione con cui intendo io questo termine. E l'infinita poesia di alcuni suoi film: forse irraggiungibile perché tanto vicina al nostro modo di sentire e alla nostra cultura occidentale.
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