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WHERE'S THE LOVE FOR CORNELL?
di Utente rimosso (Marcello Del Cam ultimo aggiornamento
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WHERE'S THE LOVE FOR CORNELL?

Where's the love for Cornell?” esclama un utente di IMDb - “Dov’è l’amore per Cornel?”.
Vediamo se qualcuno ricorda Cornelius Louis Wilde, vigoroso attore nato in Ungheria nel 1915 e morto di leucemia nel 1989 a Los Angeles.
Attore di origine teatrale, atleta nel team delle Olimpiadi di Berlino del 1938, Wilde dopo un inizio teatrale a Broadway nel 1940 (interpretava Tibaldo in una memorabile messa in scena di “Romeo e Giulietta” di Shakespeare diretta da Laurence Olivier, Romeo e Vivien Leigh, Giulietta), recitò in ruoli minori in alcuni film non memorabili, tranne “UNA PALLOTTOLA PER ROY” (HIGH SIERRA, 1941”) di Raoul Walsh.
Nel 1945 si fa notare nel film “A SONG TO REMEMBER” (“ETERNA ARMONIA”), 1945 di Charles Vidor, biografia grossolana della vita di Chopin esule in Francia, per il quale ottenne una nomination agli Oscar.
Nonostante fosse dotato di un fisico da “duro” che solo in seguito potrà essere esaltato in film cuciti sulla sua taglia, Cornell, almeno fino alla fine degli anni Cinquanta, a mio parere, è fuori ruolo.
Ho rivisto di recente “LEAVE HER TO HEAVEN” (“FEMMINA FOLLE”, 1945) diretto da John M. Stahl e nonostante sia un mezzo capolavoro noir melodrammatico, Wilde non mi è sembrato adatto nella parte dell’uomo dominato dalla bella luciferina Gene Tierney.
Un po’ meglio vanno le cose con “THOUSAND AND ONE NIGHT” (“NOTTI D'ORIENTE”, 1945) di Alfred E. Green, in cui Wilde può mettere in evidenza un corpo degno di Burt Lancaster, ma il film è una modesta trasposizione delle “Mille e una notte”.
Seguono film di taglio medio, anche se non tutti diretti da registi grossolani, ma neppure nel loro momento migliore, è il caso di “CENTENNIAL SUMMER” (“BELLEZZE RIVALI”, 1946) di Otto Preminger, “THE BANDIT OF SHERWOOD FOREST” (“IL FIGLIO DI ROBIN HOOD”, 1946) di Henry Levin, “HOMESTRETCH” (“SPLENDIDA INCERTEZZA”, 1947) di Bruce H. Humberstone, “IT HAD TO BE YOU” (“L'UOMO DEI MIEI SOGNI”, 1947) di Rudolph Maté, “FOREVER AMBER” (“AMBRA”, 1947) sempre di Otto Preminger, “THE WALLS OF JERICHO” (“LE MURA DI GERICO”, 1948) di John M. Stahl, molto simile a “Femmina folle”, qui la Dark Lady è Linda Darnell, seguito ancora nello stesso anno da “ROAD HOUSE” (“I QUATTRO RIVALI”) di Jean Negulesco e con un bel cast, Richard Widmark e Ida Lupino, neppure “SHOCKPROOF” (“FIORI NEL FANGO", 1949) di Douglas Sirk e “TWO FLAGS WEST” (“DUE BANDIERE ALL'OVEST", 1950) di Robert Wise, “OPERATION SECRET” (“L'ALTRA BANDIERA", 1952) di Lewis Seiler, e “CALIFORNIA CONQUEST” (“LA CONQUISTA DELLA CALIFORNIA”, 1952) di Lew Landers si elevano al di sopra della mediocrità.
Ma Cornell Wilde è ormai un volto noto e il salto verso una carriera breve ma intensa è assicurato con un film che ebbe un grande successo di pubblico, “AT SWORD'S POINT” (“I FIGLI DEI MOSCHETTIERI”, 1952) di Lewis Allen, un film mediocre ma che rese popolare l’attore ungherese. 
Per essere precisi bisogna dire che questo film, arrivato in Italia nel 1952, in realtà era uscito in America due anni prima, preceduto dal film che rese noto Wilde, cioè “THE GREATEST SHOW ON EARTH” (“IL PIÙ GRANDE SPETTACOLO DEL MONDO”, 1952) di Cecil B. DeMille in cui la sua stella brillò per la prima volta e “he appeared bound and stripped to the waist in a torture chamber where his torso was burned with a hot iron.”("Bad Boys: The Actors of Film Noir" by Karen Burroughs Hannsberry, McFarland, 2003).
Più interessante è la seconda parte della carriera di Wilde che fondò una propria casa di produzione, con la quale produsse e diresse degli ottimi film, senza rinunciare a interpretarne altri.
Tra questi ricordiamo “TREASURE OF THE GOLDEN CONDOR” (“IL TESORO DEI CONDOR”, 1953) di Delmer Daves (“… un piatto e incolore remake del ‘Figlio della furia’, Paolo. Mereghetti), “STAR OF INDIA” (“LA STELLA DELL'INDIA”, 1954) Edoardo Anton, “WOMAN'S WORLD” (“IL MONDO È DELLE DONNE”, 1954) di Jean Negulesco, “PASSION” (“Il cavaliere implacabile”, 1954), buon western di Allan Dwan, “THE SCARLET COAT” (“DUELLO DI SPIE”, 1955) di John Sturges, “HOT BLOOD” (“LA DONNA VENDUTA”, 1955) di Nicholas Ray, “BEYOND MOMBASA” (“OLTRE MOMBASA”, 1957) di George Marshall, “OMAR KHAYYAM” (“LE AVVENTURE E GLI AMORI DI OMAR KHAYYAM”, 1957) di William Dieterle, in Italia è il protagonista del peplum “COSTANTINO IL GRANDE (IN HOC SIGNO VINCES)”, 1957, di Lionello De Felice.
Tra questi film, elencati alla rinfusa si annidano molte perle e molti b-movie, ma in ciascuno di essi Wilde lasciò il segno forte della sua personalità. Forse ai giovani utenti questo magnifico attore non dirà nulla, ma negli anni Cinquanta fu una star che riempiva i cinema.
Dedico questa play a chi non ha dimenticato Cornelius Cornell Wilde.

NOTA. NEL DATABASE SONO ASSENTI I SEGUENTI TITOLI DI WILDE REGISTA:
 
1) LA CURVA DEL DIAVOLO (THE DEVIL'S HAIRPIN), 1957 
 
2) MARACAIBO, 1958
 
3) LANCELOT AND GUINEVERE, 1963
 
4) TRA SQUALI, TIGRI E DESPERADOS (“SHARK'S TREASURE”), 1975
 
 

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