300 metri di lunghezza, circa 11 minuti di durata: ogni rullo di pellicola sviluppa uno o più frammenti di narrazione cinematografica. Bobina su bobina, il film si costruisce progressivamente accumulando temi e motivi della vicenda rappresentata. Senza pretese di sistematicità o normatività, ecco sette rulli che mettono in scena in modo memorabile altrettante situazioni narrative: una sorta di canone personale (e permutabile) di sintassi filmica.
1° RULLO: IL PERSONAGGIO E LO SPAZIO. Il modo esemplare di mettere in relazione ambiente e protagonista: tra Daniele Dominici (Delon) e la fredda desolazione riminese si stabilisce immediatamente un legame di stringente drammaticità. La parabola autodistruttiva di questo eroe nero trova nella stretta invernale dell'Adriatico una cupa e cinerea cassa di risonanza: lo spazio imprime le stimmate sul personaggio.
Con Matthew Modine, Dennis Hopper, Béatrice Dalle, Claudia Schiffer
2° RULLO: LA TENSIONE. In una camera d'albergo di Miami, tra Matty (Modine) e Annie (Dalle) si crea un attrito sentimentale che lascia ammutoliti: il divo hollywoodiano è inchiodato dalla registrazione di una telefonata in cui, pieno zeppo di droga, costringeva all'aborto la sua compagna. La frustrazione e il rancore della donna si travasano nel senso di colpa del protagonista: tensione che genera lacerazioni interne.
3° RULLO: LA RICERCA. Lo sceriffo Bell (Jones) si mette sulle tracce di Chigurh (Bardem), Chigurh si mette sulle tracce di Llewelyn (Brolin): un gioco di riflessi e rifrazioni che trasforma la quest in una partita a scacchi dove la posta in palio è la sopravvivenza. Nelle mani dei fratelli Coen la ricerca si complica in arte della fuga.
Con Margit Carstensen, Alexander Allerson, Anna Karina, Ulli Lommel
4° RULLO: IL CONFLITTO. In una casa di campagna va in scena un gioco al massacro famigliare in cui ogni personaggio dà il peggio di sé. Il genio del male è una bambina paraplegica che si diverte sadicamente a mettere gli uni contro gli altri. Fassbinder fa del conflitto la soffocante verità dei legami affettivi: cappi al collo dei personaggi.
Con Alain Delon, Bourvil, Yves Montand, François Périer, Gian Maria Volonté
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5° RULLO: L'AZIONE. Tre uomini (Delon, Volonté e Montand) svaligiano in piena notte una gioielleria di Place Vendôme. In silenzio assoluto, perfettamente sincronizzati e con professionalità irreprensibile, i tre ladri mettono a segno un colpo da maestri. Melville orchestra questo furto con scasso (il più bello della storia del cinema) con la precisione di un metronomo a 24 fotogrammi al secondo.
Con Vincent Gallo, Maribel Verdú, Alden Ehrenreich, Klaus Maria Brandauer, Carmen Maura
6° RULLO: LO SCIOGLIMENTO. Bennie (Ehrenreich) trascrive il manoscritto cifrato di Angie/Tetro (Gallo), lo completa e lo trasforma in una pièce teatrale in cui tutti i pezzi vanno al loro posto, parricidio compreso. Ma fuori dal palcoscenico la verità non è così semplice e prevedibile: i fratelli non sono fratelli, i padri non sono padri. Nel grigissimo bianco e nero di Coppola, il cliché dell'agnizione diventa un invito a uccidere la messinscena: lo scioglimento getta luce sulla finzione.
7° RULLO: IL FINALE. Cosmo Vitelli (Gazzara) ha rischiato la pelle per tenere in vita il suo locale: vulnerato e sanguinante ma col sorriso sulle labbra e il bicchiere in mano, va sul palco e introduce il numero di Mr. Sophistication come se niente fosse. E' l'illusione narcotica dello spettacolo: trasportare altrove, dimenticare le ferite reali, anche se le tasche sanguinano. Ogni finale è il preannuncio di un dramma, la fine della pellicola.
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