Apro questa play come seguito ideale di quella pubblicata di Emidio su “Il nastro bianco” e “Lebanon”.
La riflessione che propongo vuole essere obiettiva ed ad ampio raggio e riguarda le abitudini che il pubblico italico ha preso negli ultimi anni e che porta a chiedermi se c’è ancora spazio per il cinema d’autore nel nostro paese, quello con la “A” maiuscola intendo.
Parto dal presupposto che le multisala saranno pure ottuse, ma non sono stupide, se un film ha richiamo lo fanno vedere, perché rientra nel loro DNA, quello in cui il business non ha razza ne colore, basta raggranellare spiccioli.
Probabilmente l’inghippo sta nel fatto che ormai si parla di nicchia … il film che nel 2009 ha vinto a Cannes, “La classe” uscì in poche sale, ma le ampliò raggiungendo buona parte d’Italia, arrivando ad incassare 1,7 milioni di euro, grazie a medie alte.
“Il nastro bianco” invece è partito con più o meno le stesse sale, ma gli incassi medi sono più bassi e sicuramente non si avvicinerà ai risultati del suo illustre predecessore recente, nonostante mi sembra che tutti ne parlino bene.
Questo mi fa pensare che la colpa è del pubblico più che altro, inutile ricordare gli anni che furono, non serve andare all’anteguerra, fino a poco tempo fa i vari Kiarostami (“il sapore della ciliegia” per esempio), Kitano (“parlo di “Hana-bi” non dei film più famosi e recenti), Loach (“La canzone di Carla” fu un grande successo), Von Trier (il suo “Le onde del destino” conquistò il nostro pubblico), Chabrol (“Grazie per la cioccolata”) e tanti altri, portavano sempre un buon pubblico nelle sale, oggi non più.
Di chi è la colpa? Della televisione che annienta il subconscio? Della mancanza di pubblicità? Dell’ignoranza dilagante? Della difficoltà di vivere che porta a cercare almeno nel cinema storie più leggere e popolari?
Difficile trovare una risposta, ma è ovvio che l’andazzo sembra ad oggi irreversibile.
Una cosa che non capisco e mi fa pensare un po’ male dei distributori indipendenti italiani più importanti come la BIM, Mikado e Lucky red, che da anni ci regalano i migliori film d’autore, è perché non sfruttino il richiamo che i Festival come Venezia e Cannes hanno da tutti i Media, facendo uscire i film mesi e mesi dopo.
Perché non distribuire “Lebanon” a settembre? Perché i “nuovi” (virgoletto, perchétusciranno con quasi un anno di ritardo) film di Audiard e Resnais, per citare due esempi, escono quando saremo quasi a Cannes 2010? Perché “The wrestler” è uscito a gennaio, cinque mesi dopo la vittoria al Lido?
Di seguito menziono i film d’autore più importanti annunciati per i prossimi mesi, sperando che qualcuno possa entrare nei primi cento più visti dell’anno … fino a pochi anni fa, ci entravano almeno una decina di film del genere, l’anno scorso una manciata (oltre a “La classe”, ce l’hanno fatta “L’ospite inatteso”, “Pranzo di ferragosto”, “Milk”, ma qui l’effetto Penn ha aiutato, “Che – L’argentino” e “The wrestler”), per ora in questo scorcio di stagione nemmeno uno sembra averne le potenzialità.
Ai posteri l’ardua sentenza.
Saluti.
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