Sei attrici che in altrettanti film svolgono la stessa funzione: rappresentano, agli occhi del protagonista criminale, la radicale alternativa a una vita segnata dalla violenza e la speranza di potersene tirare fuori (quindi niente pupe del gangster, niente Virginia Mayo di La furia umana o Michelle Pfeiffer di Scarface, che si muovono all’interno del sistema criminale). Un ruolo che perdura: anche la ragazzina in abiti settecenteschi di La schivata, nel suo piccolo, fa intravedere al bulletto di periferia un mondo completamente diverso da quello della squallida realtà quotidiana. Ma il sogno è sempre destinato a rimanere tale: o perché lei ama un altro, o perché lui rimane vittima di un regolamento di conti, o perché la giustizia fa il suo corso.
C’era una volta in America (1984). “... e perciò non sarà mai il mio diletto. Che peccato”. Da grande diventa Elizabeth McGovern, ma nel frattempo il sogno è diventato un incubo.
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