Perchè la colonna sonora (cfr. Clint Mansel e Kronos Quartet) e le inquadrature claustrofobiche sono sempre all'altezza dei dialoghi. Splendidamente nauseante.
Perchè oltre all'apertura da occhi sbarrati tutto il film dimostra che la musica non è solo "colonna sonora" ma qualcosa che striscia nei pori di tutta una pellicola. Adorabili le note di Iggy Pop ma bellissima l'interpretazione di Lou Reed durante l'overdose. It's just a Perfect Day.
Perchè è un film corale e crudo senza morbosità, spiato senza voyeurismo e girato con occhio quasi chirurgico che si fa strada senza indugi nella serie di disgrazie più o meno quotidiane. Corrosiva e ansiogena su tutte, l'immagine del palloncino che si va sgonfiando nella camera da letto della coppia in crisi.
Perchè è la versione meno aderente ma più credibile del Dorian Gray di Wilde. Un (immaginario?) Bowie alle prese con tale (presunto?) James Osterberg, Iggy Pop per il (grande?) pubblico. Da vedere non per cercare allacci con la Storia Reale ma per lasciarsi scivolare nel mondo del glitter, dell'alter ego e del doppio sulle note di una musica erotica e sgargiante.
Perchè ogni volta la scena finale sfinisce, ferisce e commuove regalando un malessere troppo profondo per volerlo evitare, o per non rivolerlo indietro.
Perchè "dal 3 maggio in nessun cinema" era già un motivo sufficiente per ritagliarsi il tempo necessario da dedicare a una perversione tanto malata quanto attraente. Sa di liquirizia.
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