arte visiva, poi audio-visiva, il cinema ha un rapporto essenziale con il tatto. Il contatto, che non ha, in relazione alla pellicola, il carattere di “proibito” che possiede invece nella relazione con le arti visive tradizionali (non si toccherebbe uno schermo o una pellicola come un quadro o una scultura…), gioca un ruolo importante nelle figurazioni di alcuni tipi (la commedia musicale, il cinema erotico, di fantascienza o horror) e nel lavoro proprio di registi nei quali materia e contatto prevalgono (Buñuel Svankmayer Cassavetes..). Una riflessione sul contatto potrebbe riguardare attori e attrici “tattili”, e componenti più propriamente estetiche e/o tecniche (sguardo “tattile”, piani-sequenza “accarezzanti” (ma si puo’ dire “accarezzanti”? o meglio carezzevoli? :-) campi lunghi,totali, cinema e scultura…). da qualche anno, una certa oscillazione tra arte contemporanea e cinema, e le diverse “rivoluzioni” tecnologiche visive (3D) e uditive, impongono/imporranno (?) un nuovo spettacolo più "sinestetico"nel quale il “contatto” occupa uno spazio essenziale e qui mi fermo che le introduzioni hanno da essere brevi :-)
Con Mia Farrow, William Hurt, Joe Mantegna, Cybill Shepherd, June Squibb, Marceline Hugot
di Jan Svankmajer Quando a Svankmajer era proibito di girare film, tra il 73 e il 79, si occupava tra l’altro di esperienze tattili nell’ambito del gruppo surrealista ceco studiando le sensazioni provocate dal “toccare alla cieca” alcuni oggetti per comprenderne il “contenuto emotivo” In Alice la protagonista deve cercare alla cieca in cassetti, mobili, ecc gli oggetti che le permettano di “evolvere” nel mondo in cui si trova.
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