I sette film a cui, per un motivo o per l'altro, sono più legato. Non si tratta di una playlist oggettiva o storiografica, non sono i sette film migliori della storia del cinema ma semplicemente quelli che porto sempre con me.
L'atmosfera che Ridley Scott crea è assolutamente unica e irraggiungibile. Assoluto capolavoro, una delle poche cose che si salva degli anni '80. Da qui partirà tutta un'idea di fare fantascienza e i debiti dell'odierna cinematografia sci-fi a Blade Runner sono tutt'oggi ancora forti.
E' il classico film che vedi a 15 anni e ti apre il mondo. Almeno per me è stato così, da qui è partita una spasmodica ricerca di film o altre istanze culturali. Per me un vero e proprio svezzamento.
Con Jean-Pierre Léaud, Albert Rémy, Claire Maurier
Se Pulp Fiction è l'adolescenza, Truffaut e la saga di Antoine Doinel (per comodità metto solo il primo) rappresentano invece la mia infanzia. Ricordi indelebili di mio padre che mi educa a pane e Nouvelle Vague. Indimenticabile.
Con Eugenio Cappuccio, Massimo Gaudioso, Fabio Nunziata, Gianluca Arcopinto
Visto solo di recente è entrato subito a far parte dei miei sette preferiti di sempre. E' un film che, seppur fatto nel 1996, trasuda un'Italia che non c'è più. Si respira un'aria malinconica pre-digitale che, almeno per me, è davvero struggente e particolare.
Malick è uno della scuola "pochi ma buoni" e questo film è il più bel film di guerra che io abbia mai sperimentato. La cosa che sconvolge di più è il rapporto panistico tra uomo e natura e la potente lirica che scaturisce dalle immagini di una direzione della fotografia perfetta.
Philippe Marlowe visto da Altman, cosa volere di più? Le centinaia di sigarette fumate, le vicine di casa hippy, il cibo notturno del gatto nonchè lo strano e inaspettato dipanars delle vicende non possono non farci innamorare del marciume di questo detective privato.
L'istrionico Gassman e il suo peregrinare sono da brividi, la bravura del duo Scola-Maccari nella sceneggiatura è incredibile e i loro dialoghi e situazioni si mettono al servizio di una macchina da presa volenterosa nel voler riscoprire il paesaggio, naturale o artificiale non importa, del dopo-guerra italiano. Commuovente e lirico il ritorno del giovane protagonista, accompagnato da Gassman, nella vecchia casa degli zii toscani.
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