Cinque lungometraggi all'attivo, il figlio d'arte Jacques Audiard (il padre Michel è stato uno dei mostri sacri del cinema francese, ha messo lo zampino in più di 120 sceneggiature) è un auteur che si sporca le mani con gli ingranaggi del polar (ma non solo) fin dal suo primo film (Regarde les hommes tomber, 1994, mai distribuito in Italia). L'opera del cinquantasettenne cineasta e sceneggiatore parigino si sviluppa essenzialmente su due linee guida: un'estetica cinematografica di grande pregnanza sensoriale e una predilezione per vicende individuali sconvolte dall'improvvisa rivelazione di un'inclinazione nascosta. Non solo il già citato noir d'esordio, ma anche i successivi Un héros très discret (1996, anche questo mai uscito da noi), Sulle mie labbra (2001), Tutti i battiti del mio cuore (2005) e il recente Un prophète (2009) raccontano, variazioni permettendo, la stessa storia: quella di un uomo che, messo alle strette da eventi e circostanze fortuite, scopre improvvisamente dentro di sé (o lo coltiva con ossessivo accanimento) un talento fino ad allora soltanto in nuce. Rivelazione sconvolgente: da quel momento la sua esistenza non potrà più essere come prima.
Con Jean-Louis Trintignant, Jean Yanne, Mathieu Kassovitz, Bulle Ogier, Yvon Back
Adattamento del romanzo "Triangle" di Teri White, l'esordio alla regia di Jacques Audiard è un noir psicologico con sottili sfumature omoerotiche che non degenera mai nello psicologismo o nel sensazionalismo d'accatto. Palpitante.
Con Mathieu Kassovitz, Anouk Grinberg, Sandrine Kiberlain, Jean-Louis Trintignant
Secondo film del quarantaquattrenne Audiard: una commedia con venature drammatiche sui sogni di gloria di un uomo in bilico tra mitomania e genialità, sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale. Dal romanzo omonimo di Jean François Deniau.
Con Vincent Cassel, Emmanuelle Devos, Olivier Gourmet, Serge Boutleroff
In streaming su Timvision
Spalleggato in sede di sceneggiatura dal romanziere Tonino Benacquista, Audiard dirige un noir teso come un arco, sbalzando vigorosamente i caratteri in azione e facendo emergere le loro personalità attraverso i comportamenti. Avvolgente.
Remake dell'inarrivabile Fingers di James Toback. Penalizzato dalla presenza di Romain Duris, De battre mon coeur s'est arrêté è senz'altro il titolo più fragile della preziosa filmografia audiardiana.
Nella vicenda di (de)formazione carceraria di Malik, parabola individuale, quadro d'insieme e tensione drammatica armonizzano perfettamente per dare vita a un Bildungspolar da brividi. Ad oggi il capo d'opera di Audiard.
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