Le colline avevano non solo occhi, avevano mani e piedi. E denti, da digrignare. E stinchi, con cui rincorrer le ninfe perdutesi. Non un singolo raggio di sole contribuì a far Luce. Le maree finsero assenza, le paludi gemettero, più d'una roccia sanguinò. Negli altari di Carne e sorrisi ferini, due Lune s'accoppiarono in sogno. Ne nacque la Bestia, e somigliava al più dolce tra gli angeli.
Rivisitazione in chiave panteistica del mito di Lewis Carroll. La perdita del nitore virginale, fanciullesco, resa attraverso un rito sacrificale appena suggerito, indimostrato ma 'avvertibile'. Orribile perchè Mancante.
L'indicibile filmico, tuttalpiù il sussurrabile. Realtà corporee e non, catapultate Verso un'adultità quasi mai adeguatamente metabolizzabile. Quasi mai indolore. Che lascia scìe.
Due lolite inquiete e livide strappano a morsi i rispettivi cordoni ombelicali. Ciò che resta sul selciato è plasma, e strappi, e grida mute. La vegetazione, come sempre, resta a guardare.
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