Con Alec Baldwin, Kelly Lynch, Mary Stuart Masterson, Eric Roberts
Prima trasposizione di un noir (il secondo: "Prigionieri del cielo") di James Lee Burke. Phil "Stato di grazia" Joanou dirige e Alec "Baccalà" Baldwin interpreta il detective Dave Robicheaux. Si salva solo l'ambientazione nel bayou.
Con Richard Widmark, Carroll Baker, Karl Malden, James Stewart, Sal Mineo, Dolores Del Rio
L'ultimo western di John Ford. Uno dei titoli originali più belli in assoluto ("Cheyenne Autumn") e uno dei film più lapidari che abbia visto. Ford fa sua la superba ostinazione dei Cheyenne e irride le icone pallide (Wyatt Earp). Desertificante.
Con Tony Leung Chiu Wai, Jacky Cheung, Waise Lee, Simon Yam
Lo stile fiammeggiante e survoltato di John Woo non mi agguanta quasi mai. Tranne i due "A Better Tomorrow" e soprattutto "Hard Boiled", i suoi barocchismi balistici mi stuccano terribilmente. Sullo schermo impazza l'azione, dentro di me calma piatta.
Film-tortura. Bergman traspone per il cinema la serie girata per il piccolo schermo, castigando tutto e tutti: rapporto di coppia, minutaggio, formato, interpreti e spettatori. Mai l'espressione "gioco al massacro" troverà applicazione più appropriata.
Tra gli horror più cruenti di Argento e tra i film italiani (e non) più significativi degli anni '80. Superfici, lastre di vetro, architetture postmoderne, rasoi fasulli: il trionfo del simulacro ha il colore delle tenebre, il rosso.
Esordio al lungometraggio del britannico Gerald McMorrow (classe 1970), "Franklyn" è una fiaba fantanoir con decorazioni gotiche. McMorrow ha metabolizzato bene i classici della sci-fi distopica e sa come rileggerli in chiave squisitamente personale.
Braccia affettate come niente fosse e falangi che saltano come cetrioli. Struggente elegia nipponica sull'amicizia privativa e sull'obbligazione doverosa. L'Oriente interiorizza il dolore, l'Occidente lo esteriorizza. Mitchum re, Takakura imperatore.
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