Giochi nell'acqua
- Drammatico
- Gran Bretagna
- durata 115'
Titolo originale Drowning by Numbers
Regia di Peter Greenaway
Con Joan Plowright, Juliet Stevenson, Joely Richardson, Bernard Hill, Jason Edwards
...per lasciarlo fare ai narratori di storie. » --- Nell’anno del Signore 2000 Bologna ha avuto il ruolo di capitale europea della cultura. Tra le altre iniziative, Peter Greenaway realizzò nel luglio di quell’anno un “caleidoscopio di suoni, immagini e testi proiettati da una torretta tecnologica sulle facciate dei monumenti dalle 22.30 a mezzanotte per rendere omaggio alla città delle cento torri. Ed è proprio intorno alle torri - esistenti ed immaginarie - che ruotavano i 21 racconti sulla storia di Bologna di Greenaway; racconti calligrafati che via via prendevano forma in un montaggio a spezzoni di film e fotografie, ritrovati negli archivi. Il tutto con brani di musica classica, rumori d' ambiente e una voce che legge i testi. «Di Bologna m' hanno colpito i portici e le torri, simbolo fallico e di vanità. --- Sono affascinato dalla possibilità di abbinare architettura e testo. Forse questo nasce dal piacere e dall'irritazione che procura al tempo stesso la corrosione dei graffiti urbani, con l'irritazione che supera il piacere, anche se non dovrebbe. Dei graffiti ben fatti potrebbero diventare complementari all'architettura, cosi' che l'architettura possa essere "letta" oltre che vista, sentita, toccata e vissuta. --- Bologna e' divenuta famosa nel mondo attraverso il testo. Vanta la piu' antica Università in Europa. In ottocento anni i suoi docenti e studenti, scrivani e segretari hanno coperto abbastanza pergamena e carta da rivestire piu' e piu' volte i suoi otto chilometri di portici e le sue cento torri che ora non ci sono piu'. --- Siamo in Piazza Maggiore, al centro di Bologna. E come tutte le piazze italiane è circondata da edifici significativi. C’è la cattedrale, molto importante nella vita italiana perché rappresenta le questioni ecclesiastiche. Dall’altra parte, c’è un porticato con dei negozi, un elegante edificio del tardo XVIII secolo che rappresenta il commercio. Su questo lato c’è una bellissima arcata che fronteggia un antico palazzo, che rappresenta l’oligarchia e le arti. Da questa parte c’è il comune, luogo di politica e burocrazia. Sui 4 lati della piazza ci sono: politica, burocrazia, arti, commercio e chiesa. Stiamo usando questi 4 lati della piazza per proiettare immagini.” --- Segue la trascrizione di alcuni dei 21 racconti sulle torri perdute di Bologna: 2) Vittorio Ferrio costruì la sua Torre Bianca nello spazio tra due palazzi, in modo da impedire la vista della Cattedrale al fratello, di cui non approvava lo stravagante entusiasmo per la fede cristiana. 4) Uccellino Fortenassi murò le finestre della sua Torre Cremisi al fine di celare la propria vergogna per essersi innamorato di un soldato si basso lignaggio di Pesaro. 5) Sassetto usò la torre del padre come biblioteca. Sistemò i libri di storia in basso, quelli di poesia al centro e quelli di teologia in alto. I libri che egli riteneva fossero brutti, o volgari, o semplicemente ordinari, li gettava dalla cima della torre seguendo un cerimoniale: "Io ti scaccio, libro indesiderato, che tu possa cadere sul selciato di Bologna e scomparire." I libri cadevano nel vuoto con le bianche pagine svolazzanti e finivano il loro volo in via dei Gessi, ottanta metri al di sotto della torre, per essere presto seppelliti tra i detriti e le macerie della città. 9) Di notte Spacci, il siciliano, decorava interamente la sua torre con candele. Nonostante il piacere che traeva dallo spettacolo fosse più grande della sua paura del fuoco, il peso delle taniche e delle bacinelle piene d'acqua, che teneva sulla cima della torre in caso di incendio, ne causò il crollo il giorno della festa di S. Lorenzo, nell'anno 1189. 10) Lo straniero Balsassarre Vesca costruì con grande arroganza la sua Torre dei Sogni, molto alta, così da poter dormire tranquillamente la notte, lontano dal rumore delle strade sottostanti. Quando morì, il rumore della strada ignorò il suo cadavere per tre settimane, fino al momento in cui il fetore attirò un'attenzione tale che non fu più possibile trascurarlo. I bolognesi seppellirono il corpo del Vesca in una profonda fossa, nel cimitero della Chiesa di Santa Maria dei Servi. 11) Pietro Carrutti costruì la sua Torre Corvina in tre mesi, perché il suo primogenito venisse concepito ad un'altezza appropriata alle sue ambizioni sociali. 14) Domenico Bambi comprò un lotto di terreno in via Fretennelli. Poiché il terreno non era abbastanza grande per costruirci una casa, egli costruì una torre. La cucina era al pian terreno e la sala da pranzo all'ultimo piano. Così egli dovette abituarsi a mangiare i tortellini freddi. 15) Paolo Vecchi costruì la torre di famiglia con materiali scadenti, così che potesse crollare sulla sua vanitosa moglie, distruggendo definitivamente lei e le sue ambizioni sociali. 20) Cloda Benito venne tenuto prigioniero nella Torre Rotonda per quindici anni. Quando fu rilasciato, non riuscì ad abituarsi a camminare sul suolo e vagò per le strade in uno stato di panico causato da una paura opposta alla vertigine, per la quale non esiste nome. --- Peter John Greenaway, gallese del 1942, studia pittura fino a quando si interessa la cinema dopo la visione de "Il settimo sigillo" di Ingmar Bergman, iniziando a lavorare come montatore. Nello stesso periodo, inizia anche a scrivere romanzi ispirandosi in particolare a Borges e a Italo Calvino. Oltre a dipingere, ha curato mostre e installazioni in varie città europee, scritto libretti d’opera e collaborato con i compositori Michael Nyman, Glen Branca, Wim Mertens, Jean-Baptiste Barriere, Philip Glass, Louis Andriessen, Borut Krzisnik, David Lang. Nel 1980, raccogliendo diversi lavori pittorici realizzati in varie occasioni e componendo 92 situazioni secondo il sistema della musica aleatoria di John Cage e dello spirito accumulatorio di una enciclopedia, Greenaway produce il suo primo lungometraggio: Le cadute. --- “ Rivendico un cinema che riconosce e integra i propri artifici. PERCHÉ GLI SPETTATORI DEI MIEI FILM SI RICORDINO SEMPRE DI ESSERE AL CINEMA. --- Non c’è una coscienza o un’istruzione per la produzione di immagini. Non basta avere gli occhi per essere capaci di vedere. NONOSTANTE VIVIAMO IN UN MONDO MOLTO INFLUENZATO DALLE IMMAGINI, CREDO CI SIA ANCORA UN ENORME ANALFABETISMO VISIVO. Nel linguaggio dell’immagine non c’è la stessa complessità che troviamo nel linguaggio testuale. Per questo abbiamo il cinema che abbiamo. Non abbiamo visto il vero cinema, ma solo 105 anni di testo illustrato. Suppongo che la mia missione estetica e sociologica, il mio approccio, sia suggerire che ogni operatore dovrebbe passare almeno 3 anni a dipingere o a studiare i dipinti , prima di toccare una macchina da presa. Sarebbe l’unico modo per esercitare l’occhio a osservare e guardare con cognizione di causa. “
Titolo originale Drowning by Numbers
Regia di Peter Greenaway
Con Joan Plowright, Juliet Stevenson, Joely Richardson, Bernard Hill, Jason Edwards
Titolo originale A Zed and Two Noughts
Regia di Peter Greenaway
Con Joss Ackland, Andréa Ferréol, Frances Barber, Agnes Brulet, Ken Campbell, Brian Deacon
Titolo originale The Belly of an Architect
Regia di Peter Greenaway
Con Brian Dennehy, Chloe Webb, Lambert Wilson, Sergio Fantoni, Stefania Casini
Titolo originale The Cook, the Thief, his Wife and her Lover
Regia di Peter Greenaway
Con Richard Bohringer, Helen Mirren, Michael Gambon, Alan Howard, Tim Roth, Ciarán Hinds
Titolo originale The Pillow Book
Regia di Peter Greenaway
Con Vivian Wu, Yoshi Oida, Ewan McGregor, Ken Ogata, Hideko Yoshida, Judy Ongg
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