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Mezzanotte. Obladì, obladà.
di Johnny Depp ultimo aggiornamento
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Johnny Depp

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Mezzanotte. Obladì, obladà.

Se c’è un posto in questo mondo che mi rilassa, questo è il bar, crocevia di persone indaffarate tra di loro. Tutti alla ricerca di qualcosa, c’è chi aspetta, chi ordina da bere, chi corteggia le ragazze, ma tutti “a posto”, seduti come conviene, salvo inconvenienti. Oggi vi racconterò di una notte brava al bar, una di quelle notti che non dimentichi, ti passano accanto, ti sfiorano, ma rimangono intatte nella memoria. Il mio amico Stuart, un signore alto e magro, con tanti nei sparsi sulla pelle, è un camaleonte dell’azzardo, un irreprensibile uomo perbene il cui unico scopo nella vita è scopare, ma dietro questa faccia da monolite di Marte nasconde i suoi segreti, tante storie da raccontare, oggi me ne riferisce una, più che altro un incubo dalle fattezze ammaliatrici, di come sognò qualcosa che gli restituì la vita e lo fece galoppare altrove, in un pertugio mistico, fra gli antenati dell’anima. Intitola così questo breve racconto estrapolato dal suo REM: ”Il mostro di Memphis”. C’era una volta un uomo impomatato a dovere, vestito sempre in smoking, aria sbruffoncella ed un’irrimediabile voglia di donne dentro la sua pelle. Un giorno andò a Memphis, sì, il luogo dove giace il grande Elvis, c’era un lago, ora non c’è più, un lago cristallino, con onde trascinanti il vento, e da lì emerse in tutto il suo fulgido splendore una creatura bizzarra, una sorta di dinosauro “bianco vestito”, dagli occhi sottilissimi ed il “broncio” sulle labbra, lo asciugò, lo portò a casa sua e se ne innamorò, non lo trattò da animale, ma come fosse una ragazza. La sua ragazza. Ci fu altro spasimante di lì a breve, un altro uomo con la scritta “amore” circoncisa sul suo pene. Fu battaglia per avere quel “mostro”, entrambi la volevano, la (br)amavano. Si sfidarono a singolar tenzone, e l’avversario, l’uomo di cui ho accennato pocanzi, vinse. Uccise il “nemico” con un fendente allo stomaco. Il “mostro” divenne la sua compagna. Fine della storia. Cazzo, ne ascolterete parecchie di assurdità in questo posto in cui il Diavolo fa capolino ad ogni ora della notte. La notte, qui, non si dorme, è pieno zeppo di cialtroni. Sto ingrassando, ho messo su dei chili, certo, mi muovo poco, ed il fisico ne risente, così, decido di rimettermi in forma, voglio annusare le mie trasformazioni corporali sudando dentro i miei addominali, voglio scolpirli, colpirli duro. Mi hanno trovato un’ernia iatale, non è un dolore che passa in fretta, ti fa digerire male, ed il metabolismo va a farsi fottere. Qui, l’unico fottuto sono io, se non mi do una mossa mi smuoveranno gli altri, con la forza, con la violenza, dovrei disarcionare questo alone d’imbecillità che annienta il coraggio, appigliarmi ad una credenza e farmene dono. Ma rimango sempre più attonito, 50 flessioni al giorno per irrobustire i bicipiti e tonifico l’addome con piegamenti flessuosi. A cosa servirà, non vedo progressi nella mia carne, si sta rammollendo. Fischietto scanzonato al buio, quando gli altri sono oramai preda dei loro incubi, orrendi, solo a descriverli ne avreste paura.

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