“Ti odierò se potrò; altrimenti, mio malgrado, ti amerò”. E non resisterò al folle intento di fuggire da qui, mi farò travolgere, senza pietà, senza rispetto, senza ragione.
Non sei colpevole, lo so, ma non possiamo (non riusciamo) a dimostrarlo. Ti sarò vicina, fino agli estremi del giorno. E verrò con te, oltre la vita – se ci sarà qualcosa, chissà.
Devi darmi più vita. La pretendo. No, non posso: potrei distruggerti. E allora sarò io a distruggere te, che tu lo voglia o no. Ti tolgo gli occhi, e poi il sostegno al capo, e non avrai più scelta.
Innominabile vizio dei greci, mi acceca la vista e mi crea turbamento: devo cercarti altrove, conserverò, per sempre, il tuo sorriso. Tu mi dimenticherai, ma non me dolgo: cercherò di vivere.
Con Gian Maria Volonté, Renato Salvatori, Annie Girardot, Gabriele Lavia, Felice Andreasi
O Partito, mi hai prima fatto fuori, poi mi hai rivoluto, e poi mi hai ingannato, e poi sono stato fregato (da chi?). Ma io non posso esimermi dalla mia natura: (non ne) ero a conoscenza, ma non posso infangarti.
No, non può essere giusto. Non si può infrangere una passione così avvolgente per mere esigenze famigliari ed economiche. A questo punto è meglio togliere il disturbo, e bang, addio.
“Mi ripugnano i vizi del carattere, il suo corpo lo amo. Così io non riesco a vivere né con te, né senza di te, e mi sembra di non essere padrone del mio volere”.
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