Dagli anni '50 ad oggi il poliziesco americano ha impiegato due grandi modalità discorsive per rappresentare vizi e virtù dell'istituzione preposta al mantenimento dell'ordine: o la parabola dell'agente idealista che vede infrangere i suoi sogni contro la durezza della realtà ("Serpico") o l'affresco corale ricco di chiaroscuri, caratteri antitetici e tensioni professionali ("L.A. Confidential"). Con il bellissimo "Pride and Glory", Gavin O'Connor sembra oggi indicare una direzione narrativa inedita, fatta di percorsi che si intersecano e sovrappongono mantenendo tuttavia la dilemmaticiità della parabola soggettiva. Una terza via tra ritratto e affresco in grado di costruire una nuova etica dei figli sulle macerie della morale dei padri. Un poliziesco dalla narrazione pluriprospettica ma dalle forme visive soggettivamente interiorizzate.
Dietro lo sbirro tutto d'un pezzo, la furia dell'uomo offeso negli affetti. Il sergente Bannion è solo contro tutti: gli fa compagnia la sua sete di vendetta. La doppiezza come chiave di lettura della natura umana.
Un cowboy a New York: nella Grande Mela la stella d'argento di Coogan è una patacca senza valore. Tra garantismo e psichedelia, il vice sceriffo è un tantino spaesato, finché non inforca un cavallo d'acciaio e si lancia in un bike riding da pelle d'oca.
Con Robert Mitchum, Peter Boyle, Richard Jordan, Steven Keats
Negli anni '70 il genere si complica ulteriormente: non più la doppiezza degli anni '50 né l'individualismo anarcoide dei '60, ma il dilagare di scorrettezza, inattendibilità e opportunismo. Un affresco di indicibile grigiore dove i topi volano.
Con William L. Petersen, Willem Dafoe, John Pankow, John Turturro, Debra Feuer
Le superfici degli anni '80 non sono mai state così falsificanti. La giustizia si è dissolta, al suo posto è rimasta una costruzione vuota da cui fare bungee jumping: privato di basi morali, il poliziesco si fa spettacolare controsenso.
Anni '90: incapace di dialogare col reale, il genere si specchia nei suoi gloriosi anni '50. Un'operazione di chirurgia estetica che cancella le rughe a colpi di bisturi cinematografico: il poliziesco come nostalgia cosmetica.
Anni 2000: ripartire dagli uomini, dai loro particolari. Gray despettacolarizza il genere, lo depriva cineticamente e si concentra sull'imponenza delle espressioni facciali. Imponenza come grandezza che si impone: poliziesco antropometrico.
"Orgoglio e Gloria", o del malinteso spirito di corpo: il dolentissimo film di O'Connor indica una terza via tra l'individualismo idealista e l'affresco disilluso, edificando un'etica condivisa ma non connivente. Il poliziesco è pesto, malconcio, ma vivo.
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