Salute a tutti ragazzi! Quest’oggi, al lavoro in una società esterna, nella pausa caffè colgo un gruppo di persone in un discorso sui film francesi. Intervengo timidamente chiedendo se conoscono Clouzot. Uno mi chiede cosa centra Peter Sellers col cinema francese; un altro, alla mia citazione de “Il corvo”, mi tira in ballo Brandon Lee e vi assicuro che non si trattava di simpatici burloni. Mantengo un certo aplomb ed abbozzo un sorriso ma in un film surreale sarei uscito dalla stanza con gli occhi sbarrati e barcollando come uno zombi. Ora, tra le mura amiche, mi sono sentito in dovere di rendere giustizia al vecchio Henri-Georges anche perché magari qualche giovane frequentatore del sito non conosce a fondo un autore le cui opere sempre più di rado compaiono in tv. Clouzot ha scavato a fondo nella pochezza della borghesia francese, ha evidenziato senza pietà lo squallore della provincia e tutti i suoi film sono pervasi da una personale interpretazione del male. Nei titoli che cito, a mio parere, ci sono 2 o 3 capolavori; gli altri sono comunque da vedere.
Con Pierre Fresnay, Ginette Leclerc, Pierre Larquey, Noël Roquevert
Una città di provincia sconvolta da lettere anonime: il tema della delazione costa caro a Clouzot messo al bando perché accusato di filonazismo. Il film non circolò nei 2 anni successivi alla fine della guerra.
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