Nei polizieschi di ambientazione metropolitana la città non è mai inerte contenitore spaziale, ma partecipa attivamente al conflitto morale proposto dal film. La pressione investigativa si ripercuote sulla struttura urbana, inevitabilmente deformandola. Scenografie di un'ossessione.
JIMMY DOYLE - NEW YORK. Proveniente dall'Europa, il Male è sfuggente, imprevedibile, inafferrabile. La città è teatro di inseguimento e caccia: il luogo della persecuzione.
Con William L. Petersen, Willem Dafoe, John Pankow, John Turturro, Debra Feuer
RICHARD CHANCE - LOS ANGELES. Dov'è finita la Verità? Dove la Giustizia? La città si fa conduttore di ambiguità: una sfilza di ponti da cui saltare nel vuoto. Chance si lancia contromano.
STEFANO BELLI - ROMA. Frammenti, scorci, sfocature: Roma è un enigma fotografico in cui anche il commissario si trova avviluppato. E' quello più avido e pulito di tutti: il controtipo negativo dell'Urbe.
Con Suk-kyu Han, Eun-ha Shim, Hang-Seon Jang, Jung-ah Yum, Seok-Hwan An, Cheol-Ho Park
DETECTIVE CHO - SEOUL. La metropoli-obitorio: asfalto che brilla e risplende come i tavoli della morgue. Alla necrofilia del detective fa eco la necroscopia della città: il fascino urbano della morte.
Con Simon Yam, Lam Suet, Ruby Wong, Maggie Siu, Hung Ko
MIKE HO - HONG KONG. La metropoli come labirinto pulsante in cui le cose spariscono senza mai spostarsi. Il fato spara tutte le sue cartucce, gli uomini si difendono nel solo modo possibile: barando.
EDOUARD COLEMAN - PARIGI. Teca di vetro luccicante, la Ville Lumière permette soltanto giri a vuoto: pattuglie, ronde, perlustrazioni. L'illusione del movimento, l'illusione della diversità tra flic e truand.
Con Daniel Auteuil, Olivia Bonamy, Catherine Marchal, Francis Renaud, Gérald Laroche
LOUIS SCHNEIDER - MARSIGLIA. La città è ridotta a concrezione purgatoriale, incubo permanente. Per Schneider l'unica via d'uscita è gettarsi da questa pietraia sospesa sull’apocalisse, franare insieme alla colpa.
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