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Compagni di scuola
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Compagni di scuola

Benissimo, il governo è fatto. Parliamone. Ieri, il giuramento. L’anteprima, con tutti i neo ministri che entravano in scena, mi sembrava una sequenza di quel film di Carlo Verdone, “Compagni di scuola”, dove, appunto, i compagni di classe diplomatisi quindici anni prima si ritrovavano a casa di una di loro. Ed ecco la scolaresca del professor berlusconi (citazione del mai dimenticato Enzo Biagi), dunque. È un governo berlusconiano a cento carati, tagliamo subito corto. Con questo sprezzante epiteto voglio mettere in evidenza come non ci sia alcuna personalità che possa mettere in discussione il trono di silvio IV. Certo, c’è la Lega, c’è il Bossi. berlusconi gli ha dato un ministero, per le Riforme Federaliste. Mi sembra uno di quei nonni che permette ai nipoti disubbidienti di giocare in un angolino del salotto, così da non disturbarlo mentre è affaccendato. Sembra dire: tieni, Umbertino, gioca con queste, però non combinarmi pasticci! Se le riforme federaliste sono i pericolosi giochi che nonno silvio ha dato ad umbertino, l’ingegnoso ministero per la Semplificazione Legislativa (???) altro non è che il posto per piazzare lo stratega della Padania, quella belva Calderoli, per tenere la situazione sotto controllo. Questi due, apparentemente poco significanti, dicasteri senza portafoglio fanno capire benissimo come il silvio IV è più che altro silvio-lega IV e, lo ripeto, se prima aveva più motivazioni personali per stare al comando, stavolta l’Unto è relativamente meno interessato ai suoi affari, e vuole accontentare maggiormente il Carroccio. E il tanto osannato e declamato Popolo. Ma quale Popolo? Il Popolo della Libertà! Vabbè, andiamo avanti… *** La centralizzazione del potere nelle mani dell’oligarca silvio si fa ben più rilevante nella partita per il ministero della Giustizia (inutile dire delicatissimo) che ha visto vincente tal Angelino Alfano contro l’ex radicale, poi convertito sulla via di Ruini, Marcello Pera. In quel ruolo, berlusconi voleva e ha ottenuto un personaggio insignificante, meglio se suo servo spudoratamente fedele, che non alzasse la voce per far valere la propria posizione. Non ci creerà problemi, questo avvocatino siciliano amico di Dell’Utri, la cui fedina penale è sorprendentemente pulitissima (almeno…), perché tutto il male per la gestione della giustizia nostrana non sarà ascrivibile a lui, ma al suo principale. Si scrive Alfano, si legge berlusconi. *** Le donne: dolenti noti. Ecco a voi Suor Mariastella Gelmini, militante forzaitaliota e di Comunione e Liberazione (ma che fine hanno fatto i cattolici, a proposito?), che ha grandi idee in testa per la scuola. Intanto privatizziamo gli enti di ricerca, dice la Madre Superiora Gelmini, e i professori facciamoli chiamare dai presidi, teniamoli in prova due anni e poi li assumiamo. E, mi raccomando, i dipendenti a tempo indeterminato devono essere sempre meno, ostrega! Avete capito con chi dovremo combattere per i prossimi cinque anni? È più un’incognita che altro, invece, la siciliana Stefania Prestigiacomo all’Ambiente: non ricordo evidenti segni della sua presenza alle Pari Opportunità – a parte l’arcinoto pianto per le quote rosa – e sono a me ignote le sue competenze in politiche ambientali. E mi inquieta sapere che la signora sia l’erede del più importante gruppo chimico dell’isola siciliana. Una magnate dell’imprenditoria chimica all’ambiente? Oh santi lumi. Poi c’è, alle Politiche Giovanili, la Giorgia Meloni, romana della Garbatella e duce dei giovani di AN. Ora, io non sono d’accordo di una virgola su ciò che dice, ma almeno qualcosa la dice! Ha le sue idee, le manifesta, ne è orgogliosa (peggio per lei, dico io). Insomma, sa quello che vuoi. Non so invece ciò cosa voglia la nuova ministra delle Pari Opportunità, la valletta di Mengacci Mara Carfagna. Su questa nomina stenderei il solito velo pietoso. Ci fa più bella figura. Quattro donne su ventuno. Ne aveva promesse quattro su dodici. Vatti a fidare dei playboy di provincia (perché berlusconi altro non è). *** C’è poi il grande puffo, Renato Brunetta: c’è qualcuno più basso del capo, incredibile. Sta alla Funzione Pubblica. Memorabili le sue litigate con la Mussolini (che, tra l’altro, si è offesa per non essere stata considerata da silvio) e i suoi ormai di culto “Manuali di conversazione politica”, libercoli da quattro soldi scritti assieme al luminare del giornalismo Vittorio Ferltri. Insomma, un personaggio di alta statura (vabbè, questa è un po’ bastarda). La compagine leghista vanta anche il super ministro dell’Interno Bobo Maroni. Sono d’accordo con lui solo sul jazz. Il che la dice lunga su cosa posso pensare della sua nomina. L’altro verde è Luca Zaia, l’agricoltore. Non so chi sia, sospendo il giudizio. Ignazio La Russa alla Difesa. Ho detto tutto. L’altro missino al governo è Altero Cuore di Pietra Matteoli, alle Infrastrutture. Nel Berlusconi II e III era all’ambiente. E ho detto tutto, un’altra volta. Bondi… Non ancora mi riprendo. Immaginate il siparietto: arriva un forestiero, che so, un inglese. Chi è il vostro ministro della cultura?, chiederà. Ed io: Sandro Bondi. E cosa ha fatto per stare in quel posto?, chiederà. Ha scritto l’agiografia berlusconiana “Una storia italiana” (ve la ricordate? Era raccapricciante) e compone poesie (agghiaccianti). Uau! Aiuto. E c’è Giulio Tremonti. Per quanto possa essere in disaccordo con lui – la finanza creativa è il suo tremendo capolavoro – però non si può dire sia stupido. Si crede un Papa, vabbé (dell’ultimo libro se ne parla come un’enciclica ed ha un titolo da enciclica : “La speranza e la paura”. Aspettiamo la “Pacem in terris 2 – La vendetta”), però è stimolante. Ti verrebbe da dargli un cazzotto per quanto è antipatico, però sa il fatto suo. Così come il socialista Maurizio Sacconi, che era di sinistra ed ora non si capisce perché sia nel gran calderone berlusconiano. Non sono d’accordo con molte sue proposte, però mi pare una persona competente in materia di Lavoro. Il che non è poco in un governo spregiudicatamente politico.

Playlist film

Il Caimano

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 112'

Regia di Nanni Moretti

Con Silvio Orlando, Jasmine Trinca, Margherita Buy, Elio De Capitani, Michele Placido

Il Caimano

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Il grande freddo

  • Drammatico
  • USA
  • durata 103'

Titolo originale The Big Chill

Regia di Lawrence Kasdan

Con William Hurt, Glenn Close, Tom Berenger, Kevin Kline, Jeff Goldblum, Mary Kay Place

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