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Mediaset, un’oasi obiettiva e mai faziosa
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Mediaset, un’oasi obiettiva e mai faziosa

È abbastanza pericoloso ciò che è accaduto in tv in queste ultime settimane di campagna elettorale. Tanto per farvi un esempio, la trasmissione più stolta, idiota, confusionaria, inutile della già discutibile televisione italiana, “Buona domenica” (e quale, sennò?), ha d’improvviso scoperto che in Italia ci sono persone che non riescono ad arrivare alla fine del mese, i cui stipendi raramente superano un terzo di quello di un parlamentare, che non hanno una casa dignitosa etc. Ora, dico io, un programma che da più un decennio si registra come il più frivolo, rozzo, inconsistente e inutile, che ha un pubblico medio appartenente al ceto basso e popolare, cosa vuole? Fiutata l’aria che tira, gli pseudo autori hanno deciso di manifestare così la loro linea politica: accusare di tutte le disgrazie umane del Paese la Sinistra al potere, quei maledetti bolscevichi senza Dio attaccati alla poltrona! Ma, cari miei, non badate, niente è perduto: sta per tornare l’Unto dal Signore, pronto per riparare ogni tragica ferita italiana: sta per tornare silvio berlusconi, caro telespattore. Vuoi che la Sinistra continui a (non) governare? E allora vota berlusconi! Vota il Popolo della Libertà! È questo il drammatico messaggio che vuole mandare “Buona domenica” e sono preoccupato perché una buona parte dell’elettorato può essere ancora sedotto dalle lusinghe di quell’ometto. Che, così, giusto perché non voleva essere da meno alla famigerata Sinistra che ha creato – dopo un decennio di laboriosa costruzione – il suo Partito Democratico, dal predellino di una Mercedes, una sera, si è inventato una bella cosa: no, mi hanno copiato! Anch’io faccio il partito unico! Faccio il Popolo della Libertà! L’incoerentissimo Fini, alla fine, si è accodato pure lui dimostrando la sua spina dorsale – e su questo la triviale Santanchè ha ragione – e la sua inerziale personalità politica. E allora ecco il listone, il Popolone delle Impunità. Siccome berlusconi ha dell’elettorato una stramba visione – pensa sia una massa di imbecilli che può ammaliare come meglio crede, teme che, nell’angusta cabina elettorale, non ci si ricordi della sua ultima creazione. A questo ci pensano lo Studio Aperto del previtiano Giorgio Mulè e il Tg5 di Clemente-jei-Mimun: direttori dei due “telegiornali” di casa Mediaset – e il Tg4? poi spiegherò, nei “vidiwull” alle spalle dei mezzobusti non c’è mai la foto sorridente e strafottente del magnate di Arcore, ma il simbolo. Di Veltroni c’è una foto che D’Agospia metterebbe nel suo “Orrore dei Prizzi”. Perché questa scelta? Perché intanto bisogna far capire che la croce va messa sul quel bollino con metà cielo azzurro e metà occupato dalla scritta berlusconipresidente, che non si troveranno simboli di Forza Italia, e, soprattutto, per non far vedere il volto del capo. Sì, perché mia impressione è stata che in questa campagna elettorale berlusconi ha esplicitato tutta la sua stanchezza. È vecchio per la carica a cui ambisce, sembra avere talora amnesie, le reticenze e le smentite sono aumentate, la voce è più bassa, la cravatta è stata fatta fuori per dare un’aria giovanile (in realtà perché si sfiata). Insomma, il peggior guitto dei nostri tempi sta facendo vedere tutto il suo lato umano – anche lui lo è, nonostante lifting e trapianti – ed è forse questa l’arma silenziosa e sottile di questa campagna: dare un’idea di un berlusconi stanco statista pronto a sacrificarsi per il bene del suo Popolo della Libertà (ma de che?), rassicurante nonno sprint, premuroso padre di famiglia. Ne sta sbagliando una dietro l’altra – la fantomatica cordata salva-Alitalia, gli attacchi al Presidente Giorgio Napolitano, i test di salute mentale per i magistrati, le donne orizzontali… –, eppure funziona ancora, per il suo pubblico. E quell’inno orrido e beota, “Menomale che Silvio c’è” (secondo me se lo è scritto da solo e ha cacciato dal cappello un povero disperato accusandolo della malefatta, facendo andare su tutte le furie il fido Apicella – tra l’altro presenza fissa a “Buona domenica”), se da una parte lo rende ridicolo, dall’altra gli dona un’aurea da idolo delle masse. Poi c’ha il ciambellano di corto che gli offre spazi esorbitanti, ossia emilio fede, a capo del cabaret delle sette di ReteQuattro – non del Tg, in nome della legge sempre rispettata della par condicio. Quella manna del cielo che è quella regola di democrazia e civiltà viene regolarmente violata ogni sera dal riluttante emilio, che proprio ad ogni edizione prega il grande manager di cancellarla – tanto è scontato che sarà lui il prossimo Presidente del Consiglio. È probabilmente sarà così, per la terza volta sarà eletto, renderà la vita impossibile a Napolitano, al quale fra cinque anni scade il mandato, e ne pretenderà la poltrona, regalando la carica di premier al poppante Fini che, a forza di fare l’eterno secondo, è arrivato a cinquantasei anni. Ne ha tre in meno Walter Veltroni, e certamente non solo per il dato anagrafico spero che sia lui a trionfare: c’è bisogno di innovazione, semplicità, efficienza, democrazia e tanto altro in questo paese. Secondo me Walter porta tutte queste doti e spero che il PD risulti il partito più votato il 13 e il 14 aprile. Forza Walter, SI PUÒ FARE!!! ------- P.S. – Egregio cavalier berlusconi, siccome temo che lei vincerà, le propongo una lista per il prossimo Consiglio dei Ministri. So che verrà organizzato a Napoli, tra i rifiuti. Maroni ne ha proposto uno a Malpensa, Lombardo uno a Palermo. Io suggerisco di organizzare il quarto cdm nel camper di Stranamore. Sottosegretario alla Presidenza direi Platinette, che è parecchio intelligente (ed è vero) e ci vuole qualcuno che faccia il lavoro decentemente – Gianni Letta lo farei Papa, che ne dice? Agli Esteri io metterei Umberto Bossi, sa, è uno che può avere buoni rapporti con le grandi democrazie accoglienti e tolleranti europee, può essere un ottimo diplomatico. Agli Interni propongo una donna, eh sì, dai, la donna ci vuole: proporrei Paola Perego, che si è fatta le ossa a “Buona domenica” scoprendo le tante malefatte della Sinistra al governo, e come vice il famigerato “opinionista” Paolo Del Debbio, quello che campa facendo trasmissioni di tre minuti che nessuno vede e parla col tono di chi crede di essere sempre nel giusto. All’Economia ci sarebbe già il saccente Tremonti, ma non sarebbe una cattiva idea fare un posticino per Wanna Marchi. Per le Attività produttive ho una grande idea: perché non affidare le sorti del settore (ri)produttivo del paese a Elisabetta Gregoraci? In pole position vedrei bene anche JR Ewing di “Dallas”. In fondo è un petroliere. Ai Beni Culturali direi Aida Yespica. È un bene culturale furtivamente trafugato al Getty Museum venezuelano. Per la Sanità, settore sguaiato e rovinato, l’ideale sarebbe l’equilibrato e raffinato Fabrizio Trecca, il medico di Rete Quattro. Alla Giustiza, tanto cara a lei, suggerirei Marcello Dell’Utri, che è un raffinato bibliofilo. Per la Difesa, il generale Speciale. Al ministero del Lavoro, a questo punto, sembra ovvia la conferma di Maroni, ma non sottovaluterei un felice apporto di Maria De Filippi, che di posti di lavoro se ne intende (tronisti, corteggiatori, ballerini, cantanti, attori, postini). Alle Comunicazioni il Tapiro d’Oro, che non può reagire alle sue mascalzonate – a dire il vero neanche l’ebete per eccellenza Maurizio Gasparri reagiva, ma è questione di carattere. E poi, cosa manca? A già, la Pubblica Istruzione. Beh, un interim della De Filippi non sarebbe male – in fondo gestisce la scuola di “Amici” –, ma anche Brooke Logan di “Beatiful” non farebbe brutta figura. Così come non la farebbe al ministero dell’Ambiente e dell’Agricoltura (sì, accorpiamoli, tanto…) l’oste Cesare Cesaroni dell’omonima serie. E alle Infrastrutture e ai Trasporti Carmen Di Pietro come ministro jolly. Rapporti col parlamento a Emilio Fede. Vede, berlusconi, le ho tolto un po’ di lavoro.

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