Nanni Moretti ha recentemente annunciato per il Torino Film Festival 2008, una retrospettiva dedicata al grande ed a lungo incompreso regista francese Jean Pierre Melville, autore principalmente di noir fra cui alcuni capolavori assoluti del cinema. A 36 anni dalla morte prematura è un’iniziativa assai lodevole che credo farà piacere ai non molti conoscitori ed estimatori nostrani (non posso non citare gli encomiabili M. Gervasini, C.G. Fava, il circolo culturale Le Cercle Rouge, la rivista Gli Spietati, ed anche alcuni di noi utenti/lettori appassionati). Speriamo sia giunto anche per l’Italia, sulla scia della riscoperta avvenuta da più di un decennio negli Usa ed in Asia, il momento di un’ampia rivisitazione critica che affranchi un singolare e “difficile” cineasta di nicchia, divulgandone gli straordinari meriti artistici.
Con Alain Delon, Nathalie Delon, François Périer, Cathy Rosier, Catherine Jourdan
E’ considerato il suo vertice. Uno dei più grandi polar mai realizzati. Schizofrenia ed onore, Bresson e Huston, Bushido e spiritualità. Indimenticabile. (il titolo in italiano è fra i più idioti mai concepiti).
Con Alain Delon, Bourvil, Yves Montand, François Périer, Gian Maria Volonté
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Altro capolavoro. Elegia del determinismo. Di Melville è il mio preferito, anzi lo adoro. E’ uno dei pochi film per cui sento di perdere il senso di obiettività critica che austeramente cerco di impormi. Trascendente.
Con Lino Ventura, Paul Meurisse, Raymond Pellegrin, Marcel Bozzuffi
Cronologicamente è il primo, ma completa idealmente la splendida trilogia noir con i precedenti. Ha in sé tutti i temi caratterizzanti del cinema melvilliano. Lino Ventura al top. Altro titolo italico frutto di strane perversioni.
Fra i migliori sulla resistenza durante la seconda guerra mondiale e tuttora il migliore del cinema francese. Crudo, irreale ma più veritiero di quanto sembri.
Con Jean-Paul Belmondo, Serge Reggiani, Jean Desailly, Fabienne Dali
In streaming su Plex
Il respiro del milieu ad ogni inquadratura. Il rigore del linguaggio cinematografico divenne la sua ossessione. Indimenticabile la camminata sotto i ponti in un bianco e nero vivido e spettrale.
La svolta classicista e bressoniana e l’addio alla nouvelle vague. Opera non riuscita ma da qui in poi, e dall’interno degli stereotipi del genere, Melville troverà la sua strada più autentica.
Con Nicole Stéphane, Edouard Dermithe, Renée Cosima, Jacques Bernard, Melvyn Martin
Senza volerlo fu tra i precursori della Nouvelle Vague. Adorato da Truffaut, Godard e Chabrol non li ricambiò mai sinceramente, fino a ripudiarli del tutto. Brutto carattere, asociale e rissoso. Pagò con l’ostracismo dei Cahiers e di molta critica.
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